BRESCIA (ITALPRESS) – I militari del Gruppo di Brescia, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria in materia di reati fallimentari, hanno analizzato, su delega...
CATANZARO (ITALPRESS) – In data odierna, i militari del Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza hanno dato esecuzione ad una ordinanza cautelare...
FIRENZE (ITALPRESS) – Il Tribunale del Riesame di Firenze, accogliendo l’appello del Pubblico Ministero, ha disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere...
NAPOLI (ITALPRESS) – Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nell’ambito di un’intensificazione delle attività di controllo economico...
REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Emilia hanno eseguito cinque misure cautelari, sgominando un gruppo composto da sette cittadini...
NAPOLI (ITALPRESS) – Momenti di grande paura in pieno centro a Napoli dove in via Peppino De Filippo si è registrata un’esplosione avvenuta all’interno...
Un sopralluogo 48 ore prima, il colpo in gioielleria, poi il rientro in Romania. Agiva così la banda decapitata grazie alla collaborazione fra la squadra mobile della questura padovana e i colleghi romeni che nelle scorse ore hanno operato tre arresti oltre confine. Il gruppo è il responsabile della rapina dello scorso 28 gennaio ai danni della gioielleria Callegari di via Porcilia, quando 4 uomini a volto scoperto entrarono nel negozio picchiarono il titolare e scapparono con oltre 300 mila euro di gioielli, orologi e pietre preziose.
Era da poco passata mezzanotte la titolare, una cittadina cinese di 26 anni, del bar all’olmo in via Desmann a Borgoricco stava per chiudere il locale quando all’improvviso 3 persone con i volti nascosti da passamontagna l’hanno legata mani e piedi con del nastro adesivo minacciandola con una pistola. Volevano l’incasso, ma anche le monete dei videopoker.
600 euro che però non sono bastati ai rapinatori che sapevano che al piano superiore c’era l’abitazione della donna.
15 giorni fa un’ordinanza del tribunale gli ordinava di stare lontano dalla moglie e dai luoghi che la donna frequenta. Una misura arrivata dopo che il romeno aveva distrutto a colpi d’ascia l’appartamento della consorte dalla quale si stava separando. A bloccarlo furono i Carabinieri di Abano Terme a cui l’uomo in preda alla violenza aveva confidato che con l’arma avrebbe fatto a pezzi anche l’ex compagna.
Prima che la sua rabbia esplodesse Costel Fesa, romeno, 34enne aveva preparato la valigia, pronto a ritornare in patria a causa di una separazione arrivata dopo anni di maltrattamenti in famiglia. Poi il ripensamento e la casa divelta a colpi d’ascia.
Lunghi incolonnamenti in autostrada, tra Padova Zona Industriale e Terme Euganee. Un veicolo è in fiamme forse a causa di un incidente. Il traffico risulta difficile in direzione Bologna e sulla zona si è alzata una grossa nube nera di fumo. Sul posto stanno lavorando i vigili del fuco.
I carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese stanno eseguendo dall’alba di stamane 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di membri di un'organizzazione di trafficanti di droga Gli indagati sono 10 italiani e quattro stranieri, accusati di traffico internazionale di stupefacenti. L'organizzazione forniva a numerosi spacciatori consistenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana per un traffico medio di oltre un chilo alla settimana
Scoperta dalla Guardia di Finanza di Verona un'azienda italiana specializzata in trasporti su strada che aveva localizzato la propria sede operativa in Slovacchia, dove le aliquote sulle imposte sui redditi sono più basse. Un sistema che permetteva di non dichiarare circa 23 milioni e 400 mila euro. Si tratta dunque di evasione fiscale. La Gdf ha infatti accertato che la società nel corso degli anni non ha mai tenuto i registri contabili e sociali omettendo di dichiarare l'imponente cifra.
Una vera e propria tragedia quella che ha colpito una famiglia di Campagnola di Zevio. Emiliano Cimini, 38 anni, padre di 3 figli è stato stroncato ieri improvvisamente da un infarto che non gli ha lasciato scampo. Ma ciò che rende il dramma duplice è che il malore lo ha colto mentre stava cambiando il pannolino al figlio di appena un anno e mezzo. L’uomo è caduto addosso al piccolo schiacciandolo cin i suoi 130 kg di peso. Devid questo il nome del bambino è morto così, compresso sotto il corpo del padre
Chiuso per furto. Riassume così, il cartello attaccato sulla porta, quanto accaduto nella notte. Centinaia di capi di abbigliamento spariti nel nulla, a terra migliaia di piccoli pezzi di vetro. È la vetrina che i ladri hanno sfondato per avere accesso all’outlet Galeazzo di via della Provvidenza a Sarmeola di Rubano.
Sono da poco passate le tre del mattino quando scatta l’allarme. La spaccata ha inizio. Per infrangere la grande vetrata i ladri utilizzano un ponteggio da cantiere rubato poco lontano. Un pezzo di legno con una staffa di ferro trasformati in ariete.
Attraversano il piazzale a piedi, girano l’angolo, leggono il cartello attaccato alla porta, allargano le braccia e poi se ne vanno. Qualcuno commenta Chiuso...
Sarà eseguita mercoledi 7 marzo, a Verona, presso l'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Borgo Roma, l'autopsia sul corpo di Gabriella Falzoni, la donna di 51 anni strangolata domenica pomeriggio a Mozzecane (Verona) dal marito Giovanni Lucchese, 56 anni. Il delitto è stato compiuto nella villetta di famiglia, al culmine di un eccesso di gelosia.
Giovanni Lucchese, 56 anni, impiegato di una concessionaria d'auto, aveva trascorso la mattinata di domenica, assieme alla moglie e al loro figlio diciottenne. Prima erano stati a messa, poi il pranzo insieme ed infine il pomeriggio a casa, mentre il ragazzo usciva per l'attività con gli scout.
Un guanto di nylon, di quelli comunemente utilizzati quando al supermercato si acquista della frutta, è questo l’oggetto che ha incastrato Nicola Frison 47enne di Albignasego arrestato dai Carabinieri della locale stazione con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio.
Più che il guanto ad incastrare il padovano è stato quello che dell’oggetto non c’era, ovvero la parte finale delle 5 dita. Non una casualità per gli uomini dell’arma. Gli investigatori infatti sanno che con quelle parti si confezionano le dosi di sostanza stupefacente.