BRESCIA (ITALPRESS) – I Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale con il supporto dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il...
VENTIMIGLIA (IMPERIA) (ITALPRESS) – E’ stato ritrovato e sta bene il piccolo Allan Bernard Ganao, il bambino di 5 anni di origini filippine scomparso...
ARZACHENA (ITALPRESS) – Mattinata drammatica ad Arzachena, dove intorno alle 9 si è verificato un grave incidente stradale all’ingresso del paese, lungo viale Costa...
Maltrattamento e uccisione d’animali, fabbricazione e detenzioni d’armi, violazione di domicilio sono le accuse di cui dovrà rispondere un 45enne di campo san martino nell’alta padovana. L’uomo nei mesi di ottobre e novembre ha perseguitato una lontana parente, una donna di 36 anni, con la quale aveva avuto un diverbio legato a motivi economici.
Il dissidio si è però trasformato in una vera e propria faida senza esclusione di colpi
In pratica l’uomo aveva inventato dei congegni a base di carburo e acqua da inserire all’interno di pezzi di legno. Una volta nella stufa e scaldati dal calore del fuoco gli ordigni, definiti dall’uomo ingenui petardi metallici, esplodevano.
Momenti concitati questa mattina per i residenti di via Anzuino da Forlì a Padova. All’ora di pranzo, un tunisino in evidente stato di alterazione ha prima aggredito e rapinato un connazionale poi si è scagliato contro le auto in sosta e infine se l’è presa anche con un automobile di passaggio mandando all’ospedale la conducente. In manette con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale è finito Monsef Jebali tunisino 29 enne senza fissa dimora.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, contro i quali l’extracomunitario si è scagliato prima dell’arresto, l’uomo si sarebbe appartato con un connazionale con il quale avrebbe avuto un diverbio al culmine del quale lo avrebbe colpito al volto forse con un arma improvvisata o a mani nude e gli avrebbe rubato 50 euro.
L’uomo poi avrebbe danneggiato alcune auto in sosta. Ad una in particolare, parcheggiata all’angolo fra via Anzuino da Forlì e via Luni, avrebbe assestato un pugno sfondandole il cofano. Sull’auto sono evidenti anche le impronte delle scarpe lasciate dall’uomo che ha preso a calci la vettura.
Tentata estorsione aggravata da finalità di terrorismo internazionale. E’ l’accusa che ha portato in carcere questa mattina due cittadini di origine turca di 40 e 34 anni, residenti ad Albignasego. Secondo quanto accertato dagli agenti della Digos i due avevano il compito di riscuotere, attraverso le estorsioni, una sorta di "tassa rivoluzionaria" tra gli immigrati curdi in Italia. I fondi estorti soprattutto nei confronti di connazionali gestori di negozi di Kebab avrebbero infatti finanziato operazioni del Pkk movimento inserito nelle liste terroristiche europee che rivendica l’indipendenza del Kurdistan.
I due attivisti risiedevano nella provincia padovana con le rispettive famiglie, uno di loro gestiva un negozio di generi alimentari etnici in città. Secondo quanto emerso i due si spostavano in tutta Italia per le riscossioni del pizzo.
Ha travolto con l'auto un vicino di casa con il quale c'erano dissapori da circa due anni. Gianluca Gallina, 31 anni, di Montebelluna, é stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio. La vittima 49anni , è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Treviso: è grave ma non sarebbe in pericolo di vita. E' accaduto ieri sera alla periferia di Montebelluna. I due hanno avuto un diverbio e si sono affrontati a parole sulla strada che costeggia la loro abitazione.
Ieri è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti il marito di Rossella Goffo, Roberto Girardi. Per l’omicidio della Goffo ricordiamo è accusato il presunto ex amante, il poliziotto ascolano Alvaro Binni, in carcere dallo scorso 15 febbraio. I pm hanno chiesto a Girardi, pediatra di Adria, di ricostruire gli ultimi mesi di vita della moglie, le frequentazioni di cui lui era a conoscenza, e altri particolari. Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Ancona, era scomparsa il 4 maggio del 2010. Il suo cadavere era stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione il 5 gennaio del 2011 nel Bosco dell'Impero a Colle San Marco di Ascoli
Automobilisti salassati dal costo del carburante ma in alcuni casi anche truffati da gestori senza scrupoli. La guardia di finanza ha passato al setaccio 350 distributori tra Padova e provincia. Quello che è emerso è davvero sconvolgente alcuni gestori taroccavano le colonnine ed erogavano al cliente una quantità di carburante inferiore a quella che pagavano. Non tutti i gestori ovviamente ma su 350 verifiche 24 colonnine sono risultate manomesse, due distributori, uno a Vigodarzere e uno in Corso primo Maggio a Padova ora risultano chiusi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno appurato che per il pieno di un auto, generalmente per 80 litri di benzina, il gestore ne versava 77 e la differenza pari a 6 euro se la intascava sfruttando la buona fede del cliente e truffando pure lo Stato, ovviamente le cifre lievitavano per il pieno sui mezzi pesanti che hanno un serbatoio molto più capiente. Nel mirino dei gestori furbetti anche anche centinaia di automobilisti e autotrasportatori che pagavano con le carte aziendali prepagate, qualcuno aveva il vizietto di addebitare una cifra più alta del prodotto erogato.
L’ospedale di Piove di Sacco chiuderà. Una notizia apparsa sulla prima pagina di un quotidiano locale e che ha scatenato il panico tra gli addetti ai lavori e i cittadini della Saccisica. Questa mattina tutti erano in allarme nella cittadina in provincia di Padova che da anni si avvale di questa struttura sanitari definita dalla popolazione indispensabile. La notizia non era reale e per far capire ai cittadini di stare tranquilli il Sindaco, il direttore dell’Uls 16 e responsabili della Regione hanno realizzato un incontro per chiarire la situazione. In direzione sanitaria erano presenti tantissimi camici bianchi e non è mancato nemmeno qualche cittadino che ha voluto ringraziare la direzione per la velocità con la quale ha chiarito la situazione.
Quando ha visto avvicinarsi la volante si è gettato in mezzo alla strada. Un incontro fortuito lungo via Tommaseo che per il 50 enne maresciallo dell’esercito in pensione ha segnato la fine di un incubo. Nei precedenti dieci minuti l’uomo era stato in balia di una coppia di rapinatori che l’avevano minacciato puntandogli alla gola il coccio di una bottiglia rotta e trascinandolo per la città in cerca di un banco posta dove obbligarlo a prelevare.
In manette sono finiti l’uomo e la donna che ieri sera intorno alle 23 hanno rapinato il 50enne, si tratta di Mohamed Brahmi, 30 anni, tunisino clandestino e di Maria Rosaria Magnano, 24 anni, residente a San Giorgio delle Pertiche. Secondo la denuncia raccolta dalla polizia l’uomo dopo aver accompagnato un’amica in stazione si sarebbe incamminato verso la propria auto parcheggiata a poche decine di metri dal piazzale.
Non se la sente di parlare di quanto accaduto Monica Brugnolo, la 50 enne di Abano Terme che insieme al marito Paolo Squarcina gestisce alcuni locali nel capoluogo aponense fra cui il dancing P1. La donna è ancora scossa per la rapina subita nella notte. Una banda l’ha sorpresa mentre apriva la porta di casa e dopo averle rubato l’incasso della serata e averle tolto di dosso i gioielli se n’è andata chiudendola in uno sgabuzzino e portando con sé alcuni quadri. Ieri sera poco dopo le 11 la donna, che abita in via Giusti a qualche centinaio di metri dalla discoteca, era stanca e non se la sentiva di attendere con il marito la chiusura dei locali così ha deciso di rincasare da sola portando con sé i 9 mila euro incasso di serata. Sulla porta della villa ad attenderla c’era però la banda armata. Prima un’ombra, racconta la vittima, poi all’improvviso 7 uomini con i volti coperti dai passamontagna e l'accento dell'est europeo che hanno agito con professionalità e sangue freddo. Uno di loro impugnava una pistola, un altro aveva lunghi e appuntiti cacciaviti con i quali la minacciavano
Rimarrà in osservazione per 48 ore nel reparto di pediatria dell’ospedale civile di Padova il piccolo precipitato questa mattina dalla finestra della propria abitazione nella periferia padovana. Il bimbo di sei anni non sarebbe in pericolo di vita, ma i medici rendono noto che nelle prossime ore proseguiranno le indagini cliniche tra Tac e risonanze magnetiche, per escludere lesioni interne.
Il bambino è arrivato questa mattina nel centro sanitario a bordo dell’elicottero del 118 che l’ha prelevato intorno alle 8.00 direttamente dal giardino di casa dove era finito dopo un volo di circa 3 metri. Un atterraggio che ha del miracoloso
Le caraffe per filtrare l’acqua potrebbero essere dannose, i filtri non renderebbero l’acqua migliore, ma la impoveriscono dei sali minerali come potassio e magnesio, sostanze molto importanti per l’organismo. Il ministero della Salute, guidato dal ministro Renato Balduzzi, ha firmato un provvedimento che comprende, oltre alle caraffe, anche gli impianti fissi di depurazione di case e ristoranti. I produttori dovranno obbligatoriamente informare i cittadini per consentire delle scelte di acquisto consapevoli ed avranno sei mesi di tempo per omologarsi al nuovo regolamento. Il pm Raffaele Guariniello di Torino ha commissionato una perizia mostrando che l’applicazione del filtro peggiora la qualità dell’acqua del rubinetto, impoverendola di sali minerali.
Resta ancora difficile accettare e comprendere la tragedia che sabato pomeriggio ha spezzato la vita dei 5 ragazzi che sono morti nell’incidente avvenuto a Bagnoli di Sopra. Tutti giovanissimi, stranieri ma inseriti benissimo nella quotidianità del nostro territorio. Giovani che lavorano nel settore commerciale di una nota azienda padovana che vende fornitura di gas. Loro si occupavano di procacciare clienti, erano a contatto con le famiglie del territorio per proporre il prodotto. Sul sito di Gascom, questo il nome dell’azienda, appare un messaggio in segno di lutto, tutti sono sconvolti.