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Si chiama “Next stop” l’operazione antidroga conclusa nelle scorse ore dai Carabinieri di padova, perché il sistema di spaccio capace di soddisfare le esigenze di consumatori padovani e veneziani ruotava tutto intorno alle fermate dei bus e ai mezzi pubblici urbani. E galeotto fu l’autobus a bordo del quale gli uomini dell’arma sono riusciti a stringere le manette attorno ai polsi di Aloui Mahjoub tunisino 29enne e del connazionale 27enne Issam Mahjoubi nell’ambiente conosciuto come EL SHARAWI per la pettinatura simile all’ex calciatore del Padova.

La madre aveva un conto corrente in un ufficio postale della provincia di Padova e ogni mese il figlio prelevava la pensione che gli enti preposti versavano. La donna però è morta da sei anni e il figlio, consapevole di non aver mai comunicato il decesso all’inps, in concomitanza con i versamenti, andava negli sportelli automatici ed eseguiva i prelievi per 1300 euro tramite bancomat. L’operazione di riscossione era regolare e l’uomo non andava mai allo sportello

A far luce su quanto accaduto sabato sera all’interno del ristorante la Mulata di via Dei Colli a Padova sarà la polizia. Per ora le tracce più evidenti sono quelle sul corpo del 33enne aggredito nel bagno del locale. Una violenza senza apparente giustificazione. La vittima e i suoi aggressori, due ragazzi poco più che ventenni, non si conoscevano nemmeno. Secondo quanto raccontato dal 33 enne informatore farmaceutico originario di Cosenza, ma residente nel padovano, intorno alle 2 avrebbe lasciato il tavolo degli amici con cui stava festeggiando un compleanno e si sarebbe diretto nei bagni del locale

I carabinieri di Padova oggi hanno sventato un omicidio. Poteva essere l’ennesima morte di una giovane donna, massacrata dal compagno. Fortunatamente l’intervento dei militari ha scongiurato la tragedia. Lei era a terra e lui era intento ad infierire ancora. La donna, 42 anni, era semisvenuta, trauma cranico, ferite e contusioni in varie parti del corpo, oltre a due fratture. Immediato l’arrivo dell’ambulanza che l’ha portata all’ospedale. I militari sono riusciti ad immobilizzare il fidanzato che stava per trasformarsi in carnefice, un giovane di 35 anni, incensurato.

Nei giorni scorsi in vari punti della città di Padova erano stati affissi vari volantini con la foto di un uomo scomparso. Scomparso. Missing si leggeva ed erano riportati i dati di un uomo e un numero di telefono di riferimento se qualcuno avesse avuto informazioni. Purtroppo le ricerche hanno portato alla scoperta di una tragedia che per altro rimane anche avvolta nel mistero. L’uomo è Carlo Romano Mantovan conosciuto come il farmacista dell’Arcella, l’attività che si trova al Sacro Cuore

Le bionde fanno gola. Ladri di nuovo in azione nella notte nel deposito dei Monopoli di Stato di via Austria a Ponte San Nicolò. Ad entrare in azione poco dopo l’una due malviventi ripresi dal sistema di videosorveglianza mentre scavalcavano il cancello di recinzione e si dirigevano verso l’ingresso principale dell’edificio

Dare senso ad una morte assurda usando la vicenda di una donna come vessillo per fermare la violenza e dire basta al femminicidio. Così in provincia e in città da quel tragico mercoledì si susseguono le iniziative per ricordare Silvana Cassol, la 50 enne uccisa dal marito Gabriele Ghersina, perché voleva porre fine alla loro relazione. Dopo Cadoneghe, comune in cui la coppia risiedeva, dove venerdì si è tenuta una fiaccolata domani sarà la volta di Padova dove alle 17.30 si terrà un flash mob davanti a Palzzo Moroni “per dire basta, spiegano gli organizzatori tramite la rete, ad ogni genere di violenza, ma soprattutto a quello contro la donna”

Arrestato un 29 enne tunisino ritenuto l’autore di una rapina ai danni due donne padovane. Il colpo era stato compiuto alla fine di marzo. Le due donne erano state aggredite e rapinate di un telefono Iphone. Durante un controllo sul territorio, i Carabinieri della Compagnia di Padova, nei pressi dell’area fiera, hanno fermato il tunisino che in tasca aveva un telefono. Il nordafricano non sapeva dare spiegazioni convincenti del perché avesse in tasca uno smartphone che sotto la voce "casa" in rubrica, collegasse il numero fisso di una famiglia padovana.

Otto persone sono state arrestate in Veneto in seguito ad un operazione, condotta dalla Squadra Mobile, su un traffico di droghe sintetiche vendute on line. Le ordinanze di custodia cautelare, eseguite con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e della Direzione Centrale dei servizi antidroga, sono l'epilogo dell'indagine diretta dal pm Benedetto Roberti, relativa allo spaccio di droghe sintetiche di nuova generazione e cocaina, alla vendita on line di sostanze stupefacenti

La notizia della tragedia dell’omicidio di Silvana Cassol e del suicidio di Gabriele Ghersina in pochi minuti sta mane è giunta al reparto mobile di Padova lasciando i colleghi dell’uomo sgomenti ad interrogarsi su cosa possa aver scatenato in lui sentimenti tanto forti da farlo sparare. Al reparto il suo ruolo era quello di armaiolo, il suo compito quello di controllare armi, munizioni e dispositivi degli altri poliziotti. Di lui i colleghi parlano come di un uomo riservato, ma sorridente, molto attento nel lavoro che eseguiva con responsabilità e severa attenzione.

Motivi sentimentali. Sarebbe questo il movente che ha armato la mano del poliziotto che stamane alle prime luci dell’alba ha puntato una pistola alla nuca della moglie uccidendola nel sonno e poi ha fatto fuoco verso se stesso puntandosi l’arma alla tempia. Gabriele Ghersina 37 enne originario di Trieste, era in polizia da 17 anni con il grado di assistente capo prestava servizio come armaiolo al secondo reparto mobile, la moglie Silvana Cassol, aveva 50anni ed era impiegata nella segreteria dell’ufficio edilizia pubblica del comune di Padova. I due si erano sposati nel 2011 e dopo le nozze si erano trasferiti nell’appartamento all’ultimo piano della palazzina al civico 6 di via Mario a Cadoneghe. La donna era madre di tre figli di 23, 21 e 18 anni, avuti da una precedente relazione.

Si chiamano Cedric, Dora, Harry, Zeus e Boss e sono i magnifici 5 del gruppo cinofili padovano. Cani lupo impegnati in una costante azione antidroga. Dopo un addestramento di 6 mesi basato sull’attitudine al gioco questi cani sono in grado, grazie al loro fiuto infallibile, di individuare diversi tipi di sostanza iniziando prima dalle droghe leggere per passare poi a quelle pesanti. 7 ore di lavoro quotidiano e un feeling d’acciaio con il proprio addestratore hanno trasformato questi magnifici 5 nello spauracchio degli spacciatori, ormai certi del loro fiuto infallibile.