Momenti concitati questa mattina per i residenti di via Anzuino da Forlì a Padova. All’ora di pranzo, un tunisino in evidente stato di alterazione ha prima aggredito e rapinato un connazionale poi si è scagliato contro le auto in sosta e infine se l’è presa anche con un automobile di passaggio mandando all’ospedale la conducente. In manette con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale è finito Monsef Jebali tunisino 29 enne senza fissa dimora.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, contro i quali l’extracomunitario si è scagliato prima dell’arresto, l’uomo si sarebbe appartato con un connazionale con il quale avrebbe avuto un diverbio al culmine del quale lo avrebbe colpito al volto forse con un arma improvvisata o a mani nude e gli avrebbe rubato 50 euro.
L’uomo poi avrebbe danneggiato alcune auto in sosta. Ad una in particolare, parcheggiata all’angolo fra via Anzuino da Forlì e via Luni, avrebbe assestato un pugno sfondandole il cofano. Sull’auto sono evidenti anche le impronte delle scarpe lasciate dall’uomo che ha preso a calci la vettura.
Tentata estorsione aggravata da finalità di terrorismo internazionale. E’ l’accusa che ha portato in carcere questa mattina due cittadini di origine turca di 40 e 34 anni, residenti ad Albignasego. Secondo quanto accertato dagli agenti della Digos i due avevano il compito di riscuotere, attraverso le estorsioni, una sorta di "tassa rivoluzionaria" tra gli immigrati curdi in Italia. I fondi estorti soprattutto nei confronti di connazionali gestori di negozi di Kebab avrebbero infatti finanziato operazioni del Pkk movimento inserito nelle liste terroristiche europee che rivendica l’indipendenza del Kurdistan.
I due attivisti risiedevano nella provincia padovana con le rispettive famiglie, uno di loro gestiva un negozio di generi alimentari etnici in città. Secondo quanto emerso i due si spostavano in tutta Italia per le riscossioni del pizzo.
Automobilisti salassati dal costo del carburante ma in alcuni casi anche truffati da gestori senza scrupoli. La guardia di finanza ha passato al setaccio 350 distributori tra Padova e provincia. Quello che è emerso è davvero sconvolgente alcuni gestori taroccavano le colonnine ed erogavano al cliente una quantità di carburante inferiore a quella che pagavano. Non tutti i gestori ovviamente ma su 350 verifiche 24 colonnine sono risultate manomesse, due distributori, uno a Vigodarzere e uno in Corso primo Maggio a Padova ora risultano chiusi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno appurato che per il pieno di un auto, generalmente per 80 litri di benzina, il gestore ne versava 77 e la differenza pari a 6 euro se la intascava sfruttando la buona fede del cliente e truffando pure lo Stato, ovviamente le cifre lievitavano per il pieno sui mezzi pesanti che hanno un serbatoio molto più capiente. Nel mirino dei gestori furbetti anche anche centinaia di automobilisti e autotrasportatori che pagavano con le carte aziendali prepagate, qualcuno aveva il vizietto di addebitare una cifra più alta del prodotto erogato.
L’ospedale di Piove di Sacco chiuderà. Una notizia apparsa sulla prima pagina di un quotidiano locale e che ha scatenato il panico tra gli addetti ai lavori e i cittadini della Saccisica. Questa mattina tutti erano in allarme nella cittadina in provincia di Padova che da anni si avvale di questa struttura sanitari definita dalla popolazione indispensabile. La notizia non era reale e per far capire ai cittadini di stare tranquilli il Sindaco, il direttore dell’Uls 16 e responsabili della Regione hanno realizzato un incontro per chiarire la situazione. In direzione sanitaria erano presenti tantissimi camici bianchi e non è mancato nemmeno qualche cittadino che ha voluto ringraziare la direzione per la velocità con la quale ha chiarito la situazione.
Rimarrà in osservazione per 48 ore nel reparto di pediatria dell’ospedale civile di Padova il piccolo precipitato questa mattina dalla finestra della propria abitazione nella periferia padovana. Il bimbo di sei anni non sarebbe in pericolo di vita, ma i medici rendono noto che nelle prossime ore proseguiranno le indagini cliniche tra Tac e risonanze magnetiche, per escludere lesioni interne.
Il bambino è arrivato questa mattina nel centro sanitario a bordo dell’elicottero del 118 che l’ha prelevato intorno alle 8.00 direttamente dal giardino di casa dove era finito dopo un volo di circa 3 metri. Un atterraggio che ha del miracoloso
Resta ancora difficile accettare e comprendere la tragedia che sabato pomeriggio ha spezzato la vita dei 5 ragazzi che sono morti nell’incidente avvenuto a Bagnoli di Sopra. Tutti giovanissimi, stranieri ma inseriti benissimo nella quotidianità del nostro territorio. Giovani che lavorano nel settore commerciale di una nota azienda padovana che vende fornitura di gas. Loro si occupavano di procacciare clienti, erano a contatto con le famiglie del territorio per proporre il prodotto. Sul sito di Gascom, questo il nome dell’azienda, appare un messaggio in segno di lutto, tutti sono sconvolti.
Grave incidente a Bagnoli di Sopra in provincia di Padova. Cinque le persone che hanno perso la vita. Doveva essere un sabato pomeriggio all’insegna del divertimento e della spensieratezza per i 5 che dovevano trovarsi con un gruppo di amici e invece nell’abitacolo della auto hanno trovato una trappola mortale senza via di uscita. Viaggiavano a bordo una Mercedes Classe C che in via Pastò è uscita di strada finendo dentro il canale. La macchina ha sfondato il parapetto in ferro di un ponte e capovolta è finita nel canale. Le vittime sono tutti giovani stranieri: due ragazze romene, una di 22 anni residente a Grisignano, l’altra di 18 anni abitava a Padova, abitava invece a Camposampiero il giovane marocchino di 30 anni, un ventenne kosovaro che viveva a Torri di Quartesolo e un altro giovane bosniaco che risiedeva a Grumulo delle Abadesse. Tutti ragazzi tranquilli che lavoravano in una nota azienda padovana. Al momento non è chiaro come sia avvenuto lo schianto
A Conselve, nel padovano, chiusa la sala scommesse. Si tratta di un ordinanza emessa in seguito ad alcune irregolarità trovate all'interno dei locali che dovranno rimanere chiusi per un mese. Il provvedimento è arrivato dopo che all'interno della sala, vietata ai minori, sono stati trovati adolescenti intenti a giocare. Purtroppo il gioco sta diventando sempre più un allarme sociale. Tanti sono diventati dipendenti e c'è chi si perde fortune o quel poco che possiede. Non a caso la dipendenza da gioco è stata introdotta nel sistema sanitario come una vera patologia. Proprio per proteggere i ragazzi giovani, il loro ingresso è vietato ma a Conselve i minori entravano tranquillamente e tentavano la sorte come un normale cliente che ha compiuto i 18 anni.
Scena insolita al cinema porto Astra di Padova dove si è registrata una fila con 90 mamme accompagnate dai lori piccoli in carrozzina o passeggino. A Padova, ogni venerdì, fino al 27 aprile le mamme con i loro bimbi da zero a 18 mesi, possono andare al cinema. Si tratta di un iniziativa originale denominata “cinemamma” ed è già alla sua terza edizione. Per l occasione la proiezione del film sarà a misura di bebè con un volume più basso, luci soffuse e le mamme potranno all’occorrenza allattare. Ci sarà inoltre la possibilità di portare in sala cibi per i piccoli e di posizionare le carrozzine in un “parking” all’interno della struttura”.
Tragedia nel padovano in località Giarre dove è stato ritrovato il corpo senza vita di un giovane padovano, Massimiliano Berardo 39 anni. Il suo corpo è stato trovato in acqua nel fiume che scorre in quella località che si trova tra Abano e Montegrotto. Secondo le prime ipotesi il ragazzo ieri sera si sarebbe fermato a lato strada per cambiare una ruota dell’auto ma sarebbe scivolato nell’ argine finendo dentro il canale. A dare l’ allarme sono stati i genitori che non lo hanno visto rientrare a casa, in località Mestrino. Stamane i carabinieri di Abano hanno rinvenuto l’auto e poi il corpo senza vita. Le ricerche sono state facilitate dal gps del cellulare che ha fatto scoprire dove si trova la macchina, in pochi secondi è apparsa la tragedia.
Serata emozionante per gli amanti del calcio che a Gazzo Padovano hanno assistito alla presentazione del libro “Gocce su Dino Baggio” , scritto a quattro mani. Presente Dino Baggio e Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo con il suo inimitabile timbro caldo e incisivo.
Il fatto non sussiste. Con questa motivazione il Tribunale di Padova ha assolto gli imputati di omicidio colposo per la morte di due militari dovuta all'esposizione all'amianto. L' accusa era nei confronti di otto tra ammiragli e generali della Marina Militare. Le due vittime erano state colpite un mesotelioma pleurico, provocato - secondo l'accusa del Pm Sergio Dini - dall'utilizzo nella fabbricazione delle navi di componentistica con amianto. pleurico. Il Pm Dini ha annunciato che ricorerrà in Appello.