TORINO (ITALPRESS) – In mattinata si è verificato un incidente sulla funivia di Macugnaga, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dove l’impianto di risalita che porta...
Un minuto. 60 secondi. Tanto sarebbe durata la follia omicida di Renato Daddario. A far luce su quanto accaduto lunedì pomeriggio nella stazione di Poto Viro una telecamera. Tutto è stato registrato.
Quello che gli inquirenti hanno visto è Renato Daddario che si avvicina al luogotenente Antonio Zingale e gli punta l’arma di ordinanza alla nuca.
Verso di lui corre la moglie Ginetta Giraldo, ha sentito lo sparo, ma non può vedere il marito a terra perché l’auto che l’uomo stava pulendo le copre la visuale.
Assunta poi licenziata perché incinta. Il tribunale da ragione alla futura madre e sancisce che il licenziamento è sbagliato obbligando così il datore di lavoro a risarcire le mensilità perse dalla donna e a riassumerla.
La vicenda ha inizio in un bar di Treviso alla fine del 2007, ma la parola fine sull’intera faccenda è arrivata solo qualche girono fa quando il tribunale ha riconosciuto le ragioni della trentenne.
In sostanza dopo il periodo di prova, la giovane avvisa il datore di lavoro di essere incinta.
I finanzieri del Comando Provinciale di Verona, hanno confiscato ad un'intera famiglia residente nella provincia scaligera, beni del valore di oltre un milione di euro, in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Verona. Sono stati confiscati dalle fiamme, un capannone artigianale di 4000 metri quadri, con annesso appartamento di 100 metri, un altro appartamento di 90 metri quadri, ma anche conti correnti, titoli, denaro contante e quote societarie, patrimonio riconducibile secondo gli investigatori, all'attività di usura della banda
Una missione impossibile da compiersi oggi, ma monumenti a parte, dagli anni 60 al 2012 sembra non essere cambiato molto. E di truffatori, sicuramente meno simpatici di Totò, ma con pari fantasia si sente sempre più spesso parlare. Fra le truffe più gettonate quella del finto incidente stradale. Tamponamenti fittizi e poi l’immediata richiesta di danni senza passare per la costatazione amichevole. L’Ultima è accaduta solo qualche girono fa in Prato della Valle, dove un 50enne padovano, dopo essere stato urtato si è visto chiedere 100 euro per aggiustare il danno allo specchietto.
Rancori di vecchia data come movente della sparatoria. Sembra prendere sempre più piede l’ipotesi di vecchi dissapori alla base della follia omicida scatenatasi ieri nella stazione dei Carabinieri di Porto Viro. Incomprensioni, dunque, forse situazioni mai chiarite, ancora non si sono delineati agli inquirenti in maniera definita i contorni che hanno portato Renato Addario, 50 anni, appuntato dei Carabinieri ad impugnare la beretta d’ordinanza e a fare fuoco. 3 colpi, tutti alla testa. Il primo destinato al maresciallo Antonio Zingale 49 anni, comandante della stazione di Porto Viro, raggiunto alle spalle mentre nel cortile stava pulendo una delle auto di ordinanza.
Erano circa le 14 quando la donna è stata colpita. Un pugno in pieno volto. Un modo per stordirla o forse per bloccare una possibile reazione. Chi le ha sferrato il colpo in faccia voleva il suo portafogli. È un episodio di violenza preoccupante quello accaduto in Piazzale stazione che ha costretto la vittima, una 60ene di origine slava, residente in Spagna, a ricorrere alle cure del pronto soccorso.Secondo quanto raccontato dalla donna agli agenti della volante intervenuti sul posto, un uomo straniero le si sarebbe avvicinato, l’avrebbe aggredita per poi sfilarle il portafoglio, dentro solo pochi euro, e poi scappare mimetizzandosi fra la folla.
È di tre morti il bilancio della sparatoria avvenuta nel primo pomeriggio all’interno della caserma dei Carabinieri di Porto Viro nel basso polesine. A...
A Verona, davanti alla casa di Giulietta, una giovane bulgara, ha rubato il portafogli a una turista argentina, e per questo è stata arrestata dai carabinieri di Verona. La ragazza, Malinka Mladenova, di 19 anni, si è finta una turista e armata di macchina fotografica, è stata bloccata in flagranza di reato. In questo periodo, i Carabinieri, hanno intensificato i controlli, sono infatti cinque fino ad ora, dallo scorso luglio, le borseggiatrici bulgare arrestate per furto nei pressi della casa di Giulietta.
Nell’ambito di alcune verifiche fiscali nei confronti di liberi professionisti , a Belluno, la Guardia di Finanza, ha scoperto una psicologa che avrebbe omesso al fisco un milione e 200 mila euro, con la relativa omissione del versamento di 450 mila euro allo Stato. I militari si sono avvalsi di vari controlli incrociati e hanno scoperto che la donna versava sui conti correnti delle cifre enormi che non avevano giustificazione ma che avrebbero trovato riscontri sull’agenda degli appuntamenti.
Da Cittadella nell’alta padovana al Venezuela. Oltre ottomila km di distanza percorsi l’ultima volta nel 2007. Quando l’uomo dopo anni di residenza all’estero è tornato nel paese natio per chiedere, e ottenere, l’assegno sociale. Una permanenza breve e poi il ritorno in America Latina. In Italia restano gli affetti e il gruzzoletto che lo Stato gli corrisponde mensilmente. Cose che l’uomo ha sapientemente coniugato. Ogni mese infatti l’Inps gli accreditava i soldi su un conto corrente poi ci pensava un parente cointestatario a spedire i fondi oltreoceano
Episodio drammatico ma per fortuna a lieto fine nel veneziano, a Stra. Un bimbo di 4 anni è caduto in un pozzo scavato nel terreno, profondo alcuni metri. Nella buca c'era anche un metro d'acqua. I genitori si sono accorti immediatamente di quello che era accaduto e mentre allertavano i soccorsi, gli hanno lanciato una corda per tenersi aggrappato.Sono stati momenti lunghissimi ma in sette minuti è giunta una squadra dei vigili del fuoco di Mira. Calata una scala dentro il foro, il piccolo è stato tratto in salvo. Ha riportato solo alcune escoriazioni.
Lo scorso 27 agosto, due sconosciuti, erano entrati nel centro per anziani che si trova nel cuore della città di Padova e avevano aggredito e rapinata una donna di 89 anni. I due sconosciuti senza scrupoli e con violenza avevano sferrato un pugno al volto della donna, strappandole la catenina che indossava. Sicuramente i due erano convinti di farla franca ma l’attività investigativa della squadra mobile euganea, coordinata dal pm Sergio Dini, in soli 30 giorni, è riuscita a dare un volto e un nome ai due autori del vile colpo.