ROMA (ITALPRESS) – “Meloni a livello internazionale ha sempre più peso e credibilità: è molto ricercata per le sue doti di facilità a relazionarsi su temi molto complessi; anche sulla questione Ucraina il suo ruolo è stato importante per facilitare il dialogo tra le posizioni europee ucraine e americane”. Così a Zona Bianca su Retequattro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. “Non sono convinto che i russi vogliano fare un bilaterale in tempi così brevi – aggiunge Fazzolari –. La proposta della sede di Mosca è oggettivamente una provocazione, per dare il messaggio che la guerra tra Russia e Ucraina è una questione che attiene solo al mondo russo e viene risolta in casa: non possiamo accettarla e già Meloni riteneva non fosse una grande idea. L’invasione dell’Ucraina era volta a un’annessione per porre un governo fantoccio filorusso e annientare l’identità ucraina: oggi la Russia non avanza sul fronte e negli ultimi 12 mesi ha conquistato circa l’1,9% del territorio ucraino, a fronte di perdite molto elevate di uomini e mezzi”.
“Questo stallo – evidenzia Fazzolari – fa sì che la Russia abbia necessità di una soluzione diversa da quella militare: in questo senso speriamo che un accordo di pace finalmente ci possa essere. Finché la Russia aveva la percezione di imporsi con facilità sul terreno non c’erano spiragli di pace, ora che la situazione è particolarmente difficile la situazione è cambiata”.
“ITALIA NON INTERESSATA A INVIARE TRUPPE IN UCRAINA”
“La proposta italiana sull’Articolo 5 è in campo da molti mesi. Di fatto la richiesta iniziale di garanzia da parte dell’Ucraina era l’ingresso nella Nato, ma questo difficilmente può essere accettato dai russi; diverso è invece se, in caso di attacco russo all’Ucraina, una serie di Stati interviene automaticamente in aiuto a Kiev”, ha aggiunto. “Se i russi non hanno intenzione di invadere nuovamente l’Ucraina dopo un accordo di pace non si capisce perché non dovrebbero accettare un accordo puramente difensivo tra diversi Stati occidentali – prosegue Fazzolari -. La proposta italiana di applicazione di un modello Articolo 5 è alternativo a un invio di truppe: si tratta di una soluzione che applichi i trattati internazionali e dia garanzie di sicurezza concrete; se qualcuno vuole mandare truppe può farlo, ma certamente l’Italia non è interessata soprattutto in questa fase”.
“TRUMP HA SBLOCCATO UNA SITUAZIONE COMPROMESSA”
“C’era grande timore alla vigilia di questo appuntamento: il primo incontro tra Trump e Zelensky non era andato bene e temevamo si potesse ripetere qualcosa del genere, invece il risultato è stato più che soddisfacente; in questo il ruolo giocato dagli Stati europei e in particolare dall’Italia è stato molto importante”, ha sottolineato. “Su situazioni così importanti andrebbe messo da parte il tifo di partito – continua Fazzolari -. Si pensi piuttosto a dare un contributo per risolvere una questione così complessa: le critiche lasciano il tempo che trovano. Il premio Nobel è l’ultima preoccupazione sia di Trump che di tutti noi, bisogna comunque ammettere che è riuscito a sbloccare una situazione che sembrava compromessa e adesso c’è quantomeno uno spiraglio per parlare di pace: i numeri che ha detto sono purtroppo veri, perché in Ucraina muoiono mille persone ogni giorno e arrivare a una soluzione di pace sarebbe oggettivamente molto importante”, ha concluso.
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