Cronaca

Porte aperte Terapia Intensiva: a Monselice al via un progetto sperimentale

Scritto da Redazione

“Il libero accesso ai reparti di Terapia Intensiva migliora […] la qualità del ricovero dei pazienti e facilita l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra la famiglia e i curanti”.

Fabio Baratto, primario dell’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice (PD), tramite questa frase riassume quelle che sono le finalità del progetto sperimentale che da oggi, lunedì, permetterà ai pazienti della Terapia Intensiva di vivere diversamente la propria esperienza nel reparto di Anestesia e Rianimazione. Il progetto è indirizzato all’umanizzazione delle cure, realizzabile tramite alcuni cambiamenti che, se  da un lato potrebbe modificare leggermente il lavoro degli operatori, dall’altro farà diminuire paure, incertezze, senso di esclusione ed estraneità dell’assistito e dei suoi cari.

Per otto ore giornaliere sarà consentita l’entrata libera nelle stanze di Rianimazione, permettendo così ai pazienti di mantenere alto il livello di socialità. Inoltre, ai soggetti “coscienti”, vengono forniti una serie di dispositivi atti a migliorare il confort in un ambiente come quello della Terapia Intensiva che comporta attività e illuminazione continue. Il kit monopaziente sarà composto da una mascherina per gli occhi, da tappi per le orecchie e da cuffiette auricolari per il collegamento con dispositivi elettronici.+

Dopo un periodo sperimentale, l’iniziativa avanguardistica – solamente il 2% degli ospedali del Paese vive situazioni di Terapie Intensive “aperte” –  potrà essere estesa agli altri reparti di Anestesia e Rianimazione dell’Ulss 6 Euganea.

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