Cronaca

Maxi blitz antimafia in Veneto: oggi 33 arresti, oltre 100 il totale

Scritto da Redazione

“Mentre attendiamo i particolari è già chiaro che siamo di fronte a una nuova importante operazione contro la criminalità organizzata nel Veneto. Una conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’efficienza della Procura distrettuale antimafia di Venezia guidata da Bruno Cherchi e del coordinamento delle forze dell’ordine sul campo. […] Che si tratti di criminalità organizzata o no questi figuri devono capire che il Veneto è terra di onestà e di legalità, che non sopporta i delinquenti e che è supportata da inquirenti e forze dell’ordine tenaci, preparati, duri quanto serve. Pane duro da masticare per il crimine, che lo sarà ogni giorno di più. Vale a dire tolleranza zero” commenta così, in maniera decisa, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, riferendosi alla maxi operazione antimafia portata a termine dall’alba di questa mattina, martedì, dalle forze dell’ordine.

In Veneto, i Carabinieri del Comando provinciale di Padova e i Finanzieri del Comando provinciale di Venezia hanno dato esecuzione a 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di alcuni soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale dell’’ndrangheta. Le operazioni, avviate nel 2015, sono coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia e coinvolgono, oltre alla nostra regione, anche Lombardia, Emilia-Romagna e Calabria.

 

È proprio dalla regione del Sud Italia che la cosca di ‘ndrangheta “Grande Aracri” ha origine, in particolare da Cutro, in provincia di Crotone. Da tempo si erano insediati nel Nord Italia, comprese le provincie venete di Padova, Venezia, Treviso e Vicenza. Qui, anche grazie all’uso della violenza nei confronti di diversi imprenditori, acquisivano territorio e aziende per riciclare e sviluppare attività illecite. Adescavano imprenditori in crisi promettendo loro un prestito per risollevare l’attività, per poi costringerli a collaborare con loro anche contro volontà. In alcuni casi, qualora le minacce prima e le aggressioni dirette poi non facessero effetto, arrivavano a modificare gli assetti societari dell’azienda diventandone di fatto i proprietari. I tassi d’interesse, a cui alcuni imprenditori tentavano di ribellarsi, arrivavano anche al 300%. Grazie a questi subdoli meccanismi eludevano il fisco, accumulando una grandissima quantità di denaro contante in nero. Ammonta a circa 8 milioni di euro il valore dei sequestri odierni, che sommati a quelli precedenti superano i 20 milioni.

 

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, violenza, usura, sequestro di persona, riciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Dalle indagini sono inoltre emersi stretti contatti tra esponenti della cosca ‘ndranghetista e una vasta platea di imprenditori veneti – i quali, in certi casi, utilizzavano il denaro per fini personali – e intermediari a cui risultavano essere consegnate periodicamente cospicue somme di denaro contante.

Alla luce delle ultime inchieste sono già oltre 100 i soggetti arrestati in Veneto per criminalità organizzata, comprese anche operazioni avviate nei confronti della camorra. “Non si può più parlare di presenze a livello locale ma di un quadro di riferimento con struttura regionale” commenta il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi.

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