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Mattarella “Il fascismo distante dai valori più autentici del popolo italiano” / Video

ROMA (ITALPRESS) – “La resistenza italiana non è stata limitata ad avanguardie patriottiche, ma ha ricevuto l’apporto di diversi affluenti, provenienti da varie componenti sociali. È grazie anche a tante resistenze senza armi che la resistenza armata ha trovato allora treno fertile, consensi e sponde preziose. Quei principi di libertà, indipendenza, di pace sono diventati patrimonio comune, anche in virtù di sacrifici diffusi nella popolazione di solidarietà generose e di tanti eroismi rimasti sconosciuti, sorretti dalle coscienze personali e propagatisi proprio con la forza di coerenti testimonianze”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per la prima Giornata degli Internati Militari nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale. “Allargare lo sguardo sulla ribellione degli italiani agli oppressori è dunque un esigenza di verità, preziosa anche per comprendere la salvezza delle radici e il valore costituente della resistenza”.

“Nel farsi vassallo del nazismo, il regime rese evidente la sua distanza dai valori più autentici del popolo italiano. Il fascismo si contrappose di fatto alla nazione e
spinse quanti erano stati formati nella cultura patriottica e risorgimentale a cercare una nuova casa da edificare per esprimere i sentimenti del Paese”, ha rivendicato.

Questa Giornata “rende onore ai militari italiani che ebbero il coraggio di pronunciare il loro ‘no’ al nazifascismo, pagando un prezzo personale altissimo e subendo, al termine della guerra, una sorta di oscuramento della loro resistenza, travagliata ed eroica. Con quel ‘no’ ai fascisti di Salò e alle truppe di occupazione, difesero la dignità e il senso autentico dell’amor di patria”, ha aggiunto. “Per lungo tempo la condotta e le vicissitudini nei circa 650 mila militari internati sono rimaste in ombra, malgrado il numero dei caduti, le sofferenze patite da tutti loro, i coraggiosi rifiuti alle pressioni sempre più minacciose dei carcerieri, le reti di solidarietà costruite fra italiani. Sul piano valoriale, morale e anche su quello concreto, la resistenza dei militari che dissero ‘no’ ebbe un significato e una valenza di altissimo rilievo”, ha sottolineato.

“La libertà di cui oggi ci gioviamo ha un debito verso il coraggio di questi uomini, patrioti che nei campi tedeschi sono stati privati della stessa loro identità, ridotti a un numero, che hanno respinto lusinghe e promesse quando è stato loro proposta la rinuncia alla loro dignità di italiani in cambio di una scarcerazione. Patrioti che, nelle baracche, dopo il lavoro, hanno cominciato a tessere i fili di quelle relazioni solidali, di quell’etica collettiva che sarebbe diventata l’humus di un nuovo inizio per l’Italia”, ha concluso il presidente della Repubblica.

– foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).