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Esplodono sotto casa le auto di Sigfrido Ranucci e della figlia. Indaga l’antimafia, condanna unanime della politica

ROMA (ITALPRESS) – Attentato, ieri sera attorno alle 22,00, nei confronti delle auto del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci e della figlia a Pomezia, vicino a Roma. Le due vetture sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme. Ne ha dato notizia lo stesso giornalista sui social.

“Due ordigni – si legge nel post – hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere”. Anche la trasmissione Report sui suoi profili social fa esplicito riferimento all’esplosione di un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista che la deflagrazione avrebbe potuto uccidere. “L’auto è saltata in aria danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche, avvisato il Prefetto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”. Il giornalista e la figlia erano appena tornati a casa nel momento della deflagrazione. Già in passato il giornalista aveva ricevuto minacce, attraverso dei proiettili fatti trovare nei pressi della sua abitazione. Indaga l’antimafia.

CONDANNA UNANIME DI POLITICA, GIORNALISMO E ASSOCIAZIONI

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per il grave gesto intimidatorio. È quanto si apprende da fonti del Quirinale.

Solidarietà e ferma condanna per l’episodio è arrivata anche dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che su X ha scritto: “sprimo piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”.

“Esprimo ferma condanna per il grave atto intimidatorio subito dal giornalista Sigfrido Ranucci e dalla sua famiglia, ai quali rivolgo la mia piena solidarietà. Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza”. Lo dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani sul suo profilo X.

“Quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile. Totale solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia”. Lo scrive sul suo profilo X il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini.

“Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l’auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza”. Così il ministro Guido Crosetto sul profilo X del ministero.

“Rivolgo a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia la solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica per il gravissimo atto intimidatorio accaduto nella notte. Una vicenda davvero inquietante che condanniamo con forza e sulla quale ci auguriamo che la giustizia faccia rapidamente il suo corso individuando quanto prima i colpevoli”. Lo scrive sul suo profilo Instagram il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

“L’attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato. A Sigfrido Ranucci e sua figlia voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Partito Democratico” Così la segretaria del Pd Elly Schlein.

“L’Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda “si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio. Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso Servizio Pubblico”.

“Esprimo la mia piena solidarietà a Sigfrido Ranucci per il grave episodio che ha colpito lui e la sua famiglia. L’attentato alla sua auto è un atto di estrema gravità, un attacco diretto alla libertà di stampa e ai valori democratici. In un momento così difficile, la mia vicinanza va a Ranucci e ai suoi cari”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai “esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respingono con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico. Non saranno certo le intimidazioni – che condanniamo in qualunque forma si presentino – a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo. Una realtà troppo spesso “avvelenata” dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione”.

“Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia. Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta. Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report “calunniatori seriali”, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire”. Lo scrive in una nota l’Esecutivo Usigrai.

– foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).