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Dan Bongino, l’uomo che fa tremare la Casa Bianca MAGA sul caso Epstein

di Stefano Vaccara

NEW YORK (ITALPRESS) – Chi è Dan Bongino, l’uomo che in questi giorni sta facendo tremare la Casa Bianca di Trump dall’interno? Ritenuto fedelissimo e per questo elevato a vicedirettore dell’FBI, Bongino ora sfida il Dipartimento di Giustizia e persino il procuratore generale Pam Bondi per i documenti segreti del caso Epstein. Per capire questo terremoto politico, bisogna guardare da vicino chi è davvero Bongino: un uomo forgiato dai valori degli italiani d’America, protagonista di una scalata fulminante da poliziotto del Queens a magnate dei media, e che potrebbe diventare il “whistleblower” nel cuore dell’apparato federale trumpiano. Dan Bongino nasce il 4 dicembre 1974 nel quartiere Jamaica, nel Queens, da una famiglia italoamericana della working class. Frequenta la scuola cattolica Archbishop Molloy High School e poi si laurea in psicologia al Queens College, università pubblica della CUNY. Ha spesso raccontato quanto la sua infanzia, segnata anche da rapporti familiari difficili, abbia contribuito a rafforzare il suo carattere e la sua visione del mondo.

Dopo un periodo nei ranghi della NYPD, la polizia di New York (1995-1999), corona il suo sogno di entrare nel Secret Service, dove protegge i presidenti Bush e Obama. Ma nel 2011 lascia tutto e inizia una nuova carriera, prima con tre tentativi falliti di entrare al Congresso, poi con una scalata rapidissima nel mondo dei media conservatori. Con il suo Dan Bongino Show, diventa uno dei volti più riconoscibili della destra americana. Conduce un programma su Fox News, Unfiltered, e conquista un seguito fedelissimo con milioni di ascoltatori. Il suo stile diretto, aggressivo e anti-establishment lo rende un’icona del mondo MAGA. La popolarità lo arricchisce. Bongino diventa multimilionario con i ricavi da libri (Spygate, Exonerated), radio, TV e soprattutto con l’investimento nella piattaforma di streaming Rumble (oltre 16 milioni di azioni). Secondo le stime, il suo patrimonio supera oggi i 150 milioni di dollari. Nel 2025, Donald Trump lo nomina a sorpresa vicedirettore dell’FBI sotto Kash Patel. Le critiche si sprecano: mancanza di esperienza, nomina politica. Ma Bongino promette di “ripulire l’agenzia”. Nessuno però si aspettava che si sarebbe scontrato frontalmente con l’Amministrazione che lo aveva voluto. La scorsa settimana, Bongino esplode contro la decisione del Dipartimento di Giustizia di chiudere il caso Epstein senza pubblicare altri nomi o documenti. Salta riunioni, non si presenta al lavoro e medita le dimissioni. La base MAGA lo acclama come un eroe: l’unico che osa dire la verità su un caso che continua a inquietare l’opinione pubblica.

Il paradosso è completo: Bongino, da sempre difensore dell’apparato di sicurezza nazionale, oggi lo accusa dall’interno. Il suo scontro con il sistema per lui non è solo un atto di lealtà verso Trump, ma anche un’operazione di rottura totale con le istituzioni tradizionali. Ma finora Trump non lo ha protetto. Lo farà? Come ha fatto un ex agente del Secret Service cresciuto nel Queens ex conduttore radio a diventare l’uomo più pericoloso per la stabilità dell’amministrazione Trump? Riuscirà Trump a controllare il numero due dell’FBI che lui stesso ha elevato al centro della macchina federale?

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).