Cronaca

DISAGI A TESSERA: MARCO POLO KO, SCIOPERANO OPERATORI BAGAGLI

6 voli cancellati e altri 4 dirottati negli aeroporti di Bologna, Treviso e Verona, mentre per altri 5 voli la partenza è incerta. È il bilancio di una mattinata difficile, quella vissuta a Tessera al Marco Polo a causa dello sciopero dei trasportatori di bagagli. Uno sciopero partito ieri pomeriggio e che aveva fatto segnare una giornata nera per la struttura veneziana. I disagi sono iniziati dopo le 18.30 quando gran parte dei lavoratori dei tre handler (Ata, Gh, Aviapartner) ha messo in atto la propria protesta rifiutandosi di caricare e scaricare i bagagli.

6 voli cancellati e altri 4 dirottati negli aeroporti di Bologna, Treviso e Verona, mentre per altri 5 voli la partenza è incerta. È il bilancio di una mattinata difficile, quella vissuta a Tessera al Marco Polo a causa dello sciopero dei trasportatori di bagagli.  Uno sciopero partito ieri pomeriggio e che aveva fatto segnare una giornata nera per la struttura veneziana. I disagi sono iniziati dopo le 18.30 quando gran parte dei lavoratori dei tre handler (Ata, Gh, Aviapartner) ha messo in atto la propria protesta rifiutandosi di caricare e scaricare i bagagli. Le uniche operazioni eseguite infatti sono state quelle di trasporto passeggeri e di posizionamento delle scalette. Le ripercussioni dell’agitazione non si sono fatte attendere molto: lunedì su 13 voli schedulati 4 sono partiti in ritardo. Alle 21 il blocco ha causato ritardi in arrivi e partenze, dai 60 ai 90 minuti oltre a lunghe attese per il ritiro dei bagagli.
Ad innescare lo sciopero la decisione di Ata Handler di porre in mobilità un centinaio di dipendenti, una quarantina dei quali dovrebbe essere assorbita dal 1 dicembre da Gh Handler ad orario però ridotto.
«I lavoratori» hanno spiegato i sindacati «tutti insieme, hanno capito che se gli handler si rifiutano di applicare la clausola sociale ad ogni cambio di contratto con una compagnia, non si salverà più nessuno perché le società, in guerra tariffaria all’ultimo sangue tra loro, taglieranno i loro organici a tempo indeterminato e useranno sempre più lavoro precario e ha chiamata».

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Redazione