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Giorno della Memoria: giovedì “Uomini e numeri”

Scritto da Redazione

Dopodomani, nella sede della Comunità ebraica, a Cannaregio, sarà presentato lo studio “Uomini e numeri”: una ricerca sui registri matricola del carcere di Santa Maria Maggiore durante l’occupazione nazista a cura dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) e della Comunità ebraica e Comune di Venezia. La ricerca, sostenuta dall’Assessorato alle Attività culturali del Comune di Venezia e resa possibile dalla disponibilità della Direzione della Casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, ha comportato lo spoglio integrale dei registri matricola, dal 1943 al 1945, (sono state redatte circa 3.000 schede biografico/nominative) al fine di individuare il numero di uomini, donne, bambini che, transitando per il carcere di Santa Maria Maggiore, furono poi deportati nei campi di sterminio nazisti dove, in gran parte, trovarono la morte.

Dopodomani, nella sede della Comunità ebraica, a Cannaregio, sarà presentato lo studio “Uomini e numeri”: una ricerca sui registri matricola del carcere di Santa Maria Maggiore durante l’occupazione nazista a cura dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) e della Comunità ebraica e Comune di Venezia.  Interverranno il presidente del Consiglio comunale di Venezia, Roberto Turetta, il presidente della Comunità ebraica di Venezia, Amos Luzzatto, il direttore e un ricercatore di Iveser, Marco Borghi e Giulio Bobbo.
La ricerca, sostenuta dall’Assessorato alle Attività culturali del Comune di Venezia e resa possibile dalla disponibilità della Direzione della Casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, ha comportato lo spoglio integrale dei registri matricola, dal 1943 al 1945, (sono state redatte circa 3.000 schede biografico/nominative) al fine di individuare il numero di uomini, donne, bambini che, transitando per il carcere di Santa Maria Maggiore, furono poi deportati nei campi di sterminio nazisti dove, in gran parte, trovarono la morte.
Tra gli esiti più interessanti si ricorda: l’enorme numero di cittadini (oltre 500) arrestati e deportati in Germania per il lavoro obbligatorio con la piena collaborazione delle autorità italiane; l’individuazione di altri cittadini israeliti perseguitati per motivi razziali; l’arresto di numerosi militari alleati (ex prigionieri di guerra o aviatori abbattuti) catturati dai tedeschi in tutta la provincia insieme agli italiani che davano loro asilo; la presenza di una forte attività di repressione antipartigiana in particolari zone dell’entroterra veneziano, come la Riviera del Brenta, il Miranese e il Sandonatese.

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