Territorio

I VENETI VENGONO DALLA TURCHIA

Omero lo narrava e gli storici antichi concordavano con questa versione che ora, grazie al ritrovamento di un reperto archeologico, sembra ricevere nuova forza. Le popolazioni venete avrebbero origini asiatiche.
A dare nuova linfa a questa teoria è una placca in osso trovata nel deserto del Turkmenistan da una missione italiana guidata da Gabriele Rossi Osmida e risalente al III millennio a.C. Questo piccolo oggetto è decorato con una serie di rosette incise, un motivo ornamentale che si ritrova con frequenza negli oggetti della cultura paleo veneta.

Omero lo narrava e gli storici antichi concordavano con questa versione che ora, grazie al ritrovamento di un reperto archeologico, sembra ricevere nuova forza. Le popolazioni venete avrebbero origini asiatiche.
A dare nuova linfa a questa teoria è una placca in osso trovata nel deserto del Turkmenistan da una missione italiana guidata da Gabriele Rossi Osmida e risalente al III millennio a.C. Questo piccolo oggetto è decorato con una serie di rosette incise, un motivo ornamentale che si ritrova con frequenza negli oggetti della cultura paleo veneta.
Omero parlava della Paflagonia, un’area geografica caspiana, come terra di origine dell’antichissimo popolo degli Eneti, ovvero i veneti, e da un quarto di secolo proprio in questi luoghi gli archeologhi italiani stanno portando alla luce alcune cittadelle del III°-II° mill. a.C. appartenenti alla “Civiltà delle Oasi”, una cultura di carovanieri dei deserti dell’Asia centrale.
A colpire e il ricorrente uso di questa decorazione che secondo gli studiosi si sarebbe diffuso fino all’Oman e si ritrova anche sui reperti paeloventi. Si apre così una serie di interrogativi sulle origini tanto degli antichi Margi (popolazione della Margiana, la più antica area abitata del Turkmenistan) quanto dei Paleoveneti, cui gli studiosi cercheranno di rispondere con mirate analisi – affidate al Dipartimento di Antropologia del’Università di Harvard – per tracciare una mappa del DNA dei reperti scheletrici giunti fino a noi.

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Redazione