Cronaca

Vajont: una nuova verità ?

Nell’anniversario dei 50 anni dal disastro del Vajont si apre una vicenda sconvolgente ma che deve essere approfondita e la procura della Repubblica di Belluno ha avviato un indagini preliminare. In questi giorni la figlia del notaio Isidoro Chiarelli, morto 9 anni fa, riferisce di un dialogo avvenuto nello studio notarile tra dirigenti della Sade in cui si parlava di pilotare il 9 ottobre il distacco della frana dal monte Toc facendola cadere nell’invaso senza bisogno di avvertire la popolazione

Nell’anniversario dei 50 anni dal disastro del Vajont si apre una vicenda sconvolgente ma che deve essere approfondita e la procura della Repubblica di Belluno ha avviato un indagini preliminare. In questi giorni la figlia del notaio Isidoro Chiarelli, morto 9 anni fa, riferisce di un dialogo avvenuto nello studio notarile tra dirigenti della Sade in cui si parlava di pilotare il 9 ottobre il distacco della frana dal monte Toc facendola cadere nell’invaso senza bisogno di avvertire la popolazione. Doveva essere una frana poi pilotata ma sfuggita al controllo e in questo contesto sarebbe avvenuto il disastro. La figlia che al tempo era piccola ricorda che il padre quella sera  aveva fatto uscire di casa la famiglia,  temendo eventuali pericoli, li aveva portati lontano. Il Notaio aveva provato a raccontare la verità ma continuava a subire pressioni e minacce. Il racconto è stato fatto dalla figlia, attraverso una lettera inviata al Gazzettino. Il Procuratore della Repubblica, in merito all’indagine, parla di atto preliminare su questa circostanza di cui nessuno, a quanto pare, conosceva l’esistenza. E’ solo una indagine conoscitiva su una ipotesi che, se si dimostrasse essere vera, potrebbe cambiare la ricostruzione della storia. Tuttavia, allo stato, è solo una questione da verificare e non ci sono né indagati né ipotesi di reato”. Per il procuratore, si tratta di capire perché la vicenda ”emerge a 50 anni di distanza dalla tragedia.

 

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Redazione