Cronaca

OMICIDIO-SUICIDIO: CHI ERANO SILVANA CASSOL E GABRIELE GHERSINA

La notizia della tragedia dell’omicidio di Silvana Cassol e del suicidio di Gabriele Ghersina in pochi minuti sta mane è giunta al reparto mobile di Padova lasciando i colleghi dell’uomo sgomenti ad interrogarsi su cosa possa aver scatenato in lui sentimenti tanto forti da farlo sparare. Al reparto il suo ruolo era quello di armaiolo, il suo compito quello di controllare armi, munizioni e dispositivi degli altri poliziotti. Di lui i colleghi parlano come di un uomo riservato, ma sorridente, molto attento nel lavoro che eseguiva con responsabilità e severa attenzione.

La notizia della tragedia dell’omicidio di Silvana Cassol e del suicidio di Gabriele Ghersina in pochi minuti sta mane è giunta al reparto mobile di Padova lasciando i colleghi dell’uomo sgomenti ad interrogarsi su cosa possa aver scatenato in lui sentimenti tanto forti da farlo sparare. Al reparto il suo ruolo era quello di armaiolo, il suo compito quello di controllare armi, munizioni e dispositivi degli altri poliziotti. Di lui i colleghi parlano come di un uomo riservato, ma sorridente, molto attento nel lavoro che eseguiva con responsabilità e severa attenzione. Più di qualcuno era stato rimproverato per non aver presentato al controllo un arma perfettamente pulita e la sua dedizione al lavoro lo aveva portato a sostituire una per una tutte le viti dei caschi in dotazione al reparto mobile che con l’usura avevano creato qualche problema alle visiere.
A ricorrere nei ricordi dell’uomo la parola normale.  Così come di una persona serena e tranquilla parlano i colleghi di lavoro di Silvana. Dieci anni fa la donna aveva prestato servizio nei vigili urbani della Città del Santo poi aveva deciso di diventare un impiegata civile e da soli due mesi aveva preso posto nella segreteria del settore edilizia pubblica di Palazzo Moroni. I vicini di casa conoscevano la coppia e ancora una volta la parola d’ordine per descrivere la famiglia è normalità

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Redazione