Cronaca

VENEZIA: FURTO PETROLIO MAXI OPERAZIONE DIGOS

Scritto da Redazione

5 persone arrestate, 4 finite agli arresti domiciliari, 14 persone denunciate e decine di perquisizioni a Venezia, Treviso e Padova. È il risultato dell’operazione “Cane nero” con la quale la Digos della Questura di Venezia ha smantellato un’organizzazione dedita alla sottrazione sistematica di carburante ai danni di Petroven S.r.l., azienda controllata del gruppo E.N.I con sede a Marghera.Le indagini hanno portato alla luce il furto sistematico all’interno del deposito di intere autocisterne di gasolio, numerosi episodi di “rabbocco” e sistemi di frode finalizzati all’illecita erogazione di prodotto.

5 persone arrestate, 4 finite agli arresti domiciliari, 14 persone denunciate e decine di perquisizioni a Venezia, Treviso e Padova. È il risultato dell’operazione “Cane nero” con la quale la Digos della Questura di Venezia ha smantellato un’organizzazione dedita alla sottrazione sistematica di carburante ai danni di Petroven S.r.l., azienda controllata del gruppo E.N.I con sede a Marghera.Le indagini hanno portato alla luce il furto sistematico all’interno del deposito di intere autocisterne di gasolio, numerosi episodi di “rabbocco” e sistemi di frode finalizzati all’illecita erogazione di prodotto. Gli investigatori parlano 650.000 litri di carburante spariti in un anno.
Nei guai sono finiti alcuni dipendenti infedeli (fra cui un sindacalista), ma anche autotrasportatori, benzinai compiacenti e imprenditori, responsabili a vario titolo di furto, minacce e ricettazione del prodotto sottratto.
Le indagini hanno preso avvio nel gennaio del 2011 quando tre plichi contenenti polvere pirica furono recapitati ai vertici dell’azienda petrolifera. All’atto dell’apertura i tre pacchi avrebbero azionato un meccanismo incendiario. Minacce di morte attuate, si è scoperto più tardi, per evitare che fossero installati nell’azienda di Marghera nuovi sistemi di controllo e di protezione del carburante. A bloccare i cambiamenti anche la continua azione del sindacalista coinvolto che più volte si è avvalso della propria carica per contrastare alcune decisioni dei vertici operativi dell’azienda.Il gruppo era disposto a tutto e in un occasione i poliziotti hanno testimoniato il passaggio dalle minacce ai fatti. Lo scorso sei febbraio una finta rapina ha coperto il pestaggio di un autotrasportatore colpevole di aver parlato troppo. A picchiarlo un pugile dilettante assoldato per mezzo di odontotecnico mestrino. Una lezione che mandò il camionista all’ospedale dove per una settimana rimase in prognosi riservata. Ad altri colleghi “non allineati” venivano respinte le autobotti per delle presunte anomalie tecniche, ovvero nel causare periodi di attesa molto prolungati prima dei rifornimenti.Per l’azienda impossibile accorgersi degli ammanchi. Il deposito Petroven, è uno dei più grandi d’Europa. Lo stabilimento movimenta circa 3.500.000 tonnellate annue di carburante destinate al trasporto su gomma ed ai distributori lagunari per il rifornimento delle navi. Lo scarto fisiologico dovuto a eventuali evaporazioni o perdite si attesta, a termini di legge, è intorno allo 0,5%. E dentro questi margini si sono mossi per anni gli indagati. Fino ad oggi quando il sistema è definitivamente saltato.

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