Cronaca

Strà (Ve): scoperta raffineria droga. Sequestrati 80kg eroina

Scritto da Redazione

Dal Monferrato alla laguna veneta per lavoro. Non un’occupazione qualsiasi bensì il traffico di eroina. È quanto scoperto dagli uomini del Nucleo Polizia Tributaria di Torino che stamane hanno compiuto un blitz a Strà sequestrando oltre 70 kg di eroina purissima e mettendo i sigilli ad un attrezzatissimo laboratorio per la lavorazione dello stupefacente. In manette è finito un ventottenne di origine albanese, residente nel Monferrato, che nel paese veneziano aveva allestito un vero e proprio laboratorio usato per “tagliare” e confezionare lo stupefacente.

Dal Monferrato alla laguna veneta per lavoro. Non un’occupazione qualsiasi bensì il traffico di eroina. È quanto scoperto dagli uomini del Nucleo Polizia Tributaria di Torino che stamane hanno compiuto un blitz a Strà sequestrando oltre 70 kg di eroina purissima e mettendo i sigilli ad un attrezzatissimo laboratorio per la lavorazione dello stupefacente. In manette è finito un ventottenne di origine albanese, residente nel Monferrato, che nel paese veneziano aveva allestito un vero e proprio laboratorio usato per “tagliare” e confezionare lo stupefacente. L’intera vicenda era iniziata lo scorso 16 dicembre quando i finanzieri del Gico (Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata) di Torino erano scesi fino a Strà per arrestare l’albanese ritenuto coinvolto nello spaccio di droga. Al momento dell’arresto l’uomo era al volante di un’autovettura di grossa cilindrata, con la quale stava trasportando più di 11 chili di eroina purissima appena giunta dall’Albania.

Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia) della Procura piemontese, hanno scoperto che Strà era un luogo chiave nei traffici dell’albanese.
Così stamane all’alba i militari hanno fatto irruzione nel laboratorio-raffineria, dove hanno rinvenuto gli altri 70 kg. di eroina, già lavorati, pronti per essere immessi nel mercato dello spaccio e diversi macchinari ed attrezzature (presse, miscelatori e bilancini) utilizzati per confezionare le singole dosi.

L’intera partita di droga avrebbe consentito di immettere in consumo circa 80.000 dosi che avrebbero fruttato guadagni superiori ai 4 milioni di euro.

La scelta di stoccare e lavorare l’eroina nel Nord Est – osservano gli investigatori – non è casuale. Tra le direttrici del traffico di stupefacenti quella che dall’Est asiatico conduce in Italia, passando attraverso la Turchia e l’Albania. Pertanto, le organizzazioni criminali trovano conveniente far arrivare la droga in un’area geografica vicina al confine con l’ex Jugoslavia, raffinarla, confezionarla e successivamente smistarla sull’intero mercato nazionale.

 

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