Salute e Benessere

Venezia: convegno su cefalee croniche

L’Organizzazione mondiale della sanità, classifica le cefalee croniche al 19° posto tra le patologie invalidanti, e al 12° posto nella graduatoria delle patologie al femminile. In Italia si calcola che l’impatto totale della patologia raggiunga i 21 miliardi di euro, per la forma cronica, più di 2500 euro a paziente, per la forma episodica invece, circa 830 euro, rappresentati da oneri di natura sociale, familiare, lavorativa e affettiva.

L’Organizzazione mondiale della sanità, classifica le cefalee croniche al 19° posto tra le patologie invalidanti, e al 12° posto nella graduatoria delle patologie al femminile. In Italia si calcola che l’impatto totale della patologia raggiunga i 21 miliardi di euro, per la forma cronica, più di 2500 euro a paziente, per la forma episodica invece, circa 830 euro, rappresentati da oneri di natura sociale, familiare, lavorativa e affettiva. Sicuramente, la cefalea cronica è una malattia a forte impatto sociale e invalidante, come tale, va contrastata con impegno, nonostante la riduzione delle risorse che sta imponendo scelte difficili e dolorose nella razionalizzazione della rete socio-sanitaria. Ad affermare questo, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato, che ha aperto i lavori del convegno che si è svolto a Palazzo Ferro Fini a Venezia, sugli aspetti epidemiologici clinico-gestionali e socio-economici delle cefalee croniche, lo stato dell’arte e i possibili nuovi approcci. Ruffato, ha affermato che il Veneto in questo senso, ha già fatto un passo concreto, approvando una proposta di legge nazionale presentata dalla consigliera leghista Arianna Lazzarini, che ora attende di essere discussa dal Parlamento.
Piena adesione alla proposta approvata dal Consiglio regionale del Veneto e l’impegno a trasformarla in legge dello Stato sono stati espressi dal senatore Antonio Tomassini, presente a palazzo Ferro-Fini, nella sua duplice veste di presidente della commissione Igiene e Sanità Pubblica di palazzo Madama e dell’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione.

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Redazione