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AZIENDA PADOVANA ASPETTA SOLDI DALLO STATO: UN ODISSEA LUNGA 10 ANNI

Scritto da Redazione

4 mila cassonetti per la raccolta dei rifiuti trasformatisi in un incubo per Luigi Brustio patron di un’azienda padovana che da 10 anni sta cercando di ottenere il pagamento dei lavori realizzati per Amia società partecipata del Comune di Palermo. Una vicenda rimasta impantanata nelle paludi di burocrazia e tribunali e che ha portato l’imprenditore a rivolgersi al Presidente della Repubblica al quale ha scritto una lettera

4 mila cassonetti per la raccolta dei rifiuti trasformatisi in un incubo per Luigi Brustio patron di un’azienda padovana che da 10 anni sta cercando di ottenere il pagamento dei lavori realizzati per Amia società partecipata del Comune di Palermo.  Una vicenda rimasta impantanata nelle paludi di burocrazia e tribunali e che ha portato l’imprenditore a rivolgersi al Presidente della Repubblica al quale ha scritto una lettera.
È il 2000 quando la Elbi, impresa specializzata in termoidraulica partecipa alla gara indetta dalla Amia vincendola. L’appalto prevedeva che da Limena, dove ha sede l’azienda, partissero i 4mila cassonetti ordinati dal Comune di Palermo. L’azienda veneta inoltre per cinque anni avrebbe dovuto provvedere alla loro manutenzione.
Un caso quello della Elbi non isolato, nell’ultima relazione annuale,  Bankitalia stima che lo Stato vanti arretrati verso gli imprenditori del paese per circa 64 miliardi di euro pari al 4%del Pil.
Un grave problema che ha portato il Governo a recepire la direttiva approvata 2 anni fa dal Parlamento europeo per velocizzare i pagamenti.
Così dal 1 gennaio 2013 i pagamenti alle imprese dovranno essere liquidati entro 30 giorni. E solo in alcuni casi, considerati eccezionali, quel limite potrà essere violato, ma dovrà comunque sempre rimanere al di sotto dei 60 giorni, pena l’aumento dei tassi d’interesse
Una legge che per Federcontribuenti rischia di non cambiare l’odierno scenario

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