Cronaca

Maltempo: acqua alta a Venezia e neve in montagna

Scritto da Redazione

La perturbazione che in queste ore sta interessando gran parte dell’Italia, è definita dagli esperti come la maggiore depressione meteorologica di ottobre, si abbatte soprattutto sul nord, ma presto raggiungerà anche le regioni tirreniche del centro sud.

La perturbazione che in queste ore sta interessando gran parte dell’Italia, è definita dagli esperti come la maggiore depressione meteorologica di ottobre, si abbatte soprattutto sul nord, ma presto raggiungerà anche le regioni tirreniche del centro sud.

Purtroppo, si tratta di un antipasto di quanto succederà nei prossimi mesi, lo ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, al termine della riunione del Comitato operativo convocato per affrontare l’emergenza maltempo, Gabrielli ha rilevato che l’innalzamento della temperatura che si è registrato nell’area del Mediterraneo porta al formarsi di celle temporalesche imprevedibili che si strutturano e si scaricano sul terreno con effetti molto pericolosi.

Nelle prossime ore, sono attesi fenomeni anche molto intensi che si abbatteranno anche in parte del nord est, intanto, in laguna è tornata l’acqua alta, dove in mattinata c’è stata una punta massima di 105 centimetri sullo zero mareografico. Allagato più dell’otto per cento della viabilità pedonale della città, con un livello variante da pochi millimetri, a una media sui 25 centimetri in Piazza San Marco, area più bassa della città.

I primi effetti della perturbazione, si sono visti anche sulle cime delle Dolomiti Venete che si sono imbiancate dalla neve, è nevicato sul Passo Giau e sul Pordoi e, in generale, alle quote superiori ai 2.100-2.200 metri. Più in alto, a 2.600 metri, il manto bianco ha raggiunto anche i 10 centimetri. Secondo gli esperti del centro antivalanghe Arpav di Arabba, non è escluso che i fiocchi possano arrivare anche a quote più basse.

Finora questo inizio di autunno è stato avaro di nevicate precoci, l’unica precipitazione era stata registrata sulle montagne venete a metà settembre, quando il veloce passaggio di una perturbazione da nord aveva portato 5-10 centimetri di neve, imbiancando le stazioni fino a 1.700 metri di quota.

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