Cronaca

Infiltrazione mafiosa nord est: venerdì inizio processo

Scritto da Redazione

Comincerà venerdì con l’udienza preliminare il processo alle 27 persone accusate di appartenere ad un’associazione criminale legata al noto clan camorristico dei Casalesi che concedeva prestiti usurai ad imprenditori del Nordest in crisi. Grazie all’inchiesta denominata “Gomorra Veneta si è riusciti a risalire a questa frangia della malavita campana che neglio ultimi anni pare abbia strappato decine di attività produttive ad imprenditori veneti dopo averli portati sul lastrico con prestiti usurai. A condurre l’operazione la Direzione Investigativa Antimafia di Padova, coordinata dal sostituto procuratore Dda di Venezia Roberto Terzo. Un metodo quello dell’associazione mafiosa volto a pulire denaro sporco e a dir poco collaudato.

Comincerà venerdì con l’udienza preliminare il processo alle 27 persone accusate di appartenere ad un’associazione criminale legata al noto clan camorristico dei Casalesi che concedeva prestiti usurai ad imprenditori del Nordest in crisi. Grazie all’inchiesta denominata “Gomorra Veneta si è riusciti a risalire a questa frangia della malavita campana che neglio ultimi anni pare abbia strappato decine di attività produttive ad imprenditori veneti dopo averli portati sul lastrico con prestiti usurai. A condurre l’operazione la Direzione Investigativa Antimafia di Padova, coordinata dal sostituto procuratore Dda di Venezia Roberto Terzo. Un metodo quello dell’associazione mafiosa volto a pulire denaro sporco e a dir poco collaudato. I membri dell’associazione si mettevano in contatto con attività in difficoltà proponendogli dei prestiti di alcune decine di migliaia di euro che poi si facevano restituire a tassi d’usura del 15% mensile, pari al quasi 200% annuo. L’imprenditore a quel punto si trovava inevitabilmente sommerso dai debiti ed era così costretto a cedere l’attività. A capo del organizzazione c’era lui “il dottore” Mario Crisci, napoletano 34enne residente a Padova, che secondo l’accusa avrebbe anche esercitato minacce, violenze, estorsioni e sequestri di persona. Base dell’attività illegale del dottore la società di riscossione crediti di Selvazzano “Aspide srl”. Le vittime piccoli imprenditori o commercianti di tutte le province venete e a capo dei più svariati settori: dalle imprese edili alle attività di concia alle carpenterie dagli ortofrutta all’ ittica alle cooperative e persino ad un albergo. In tutto 53 imprenditori caduti nella morsa dell’organizzazione. Imprenditori che non riuscendo a far fronte alla restituzione dei prestiti ma anche pressati dalla stretta creditizia delle banche erano costretti a cedere la propria attività. Un dato significativo su questo aspetto è quello fornito dalla prefettura di Venezia: si pensi infatti che negli ultimi cinque anni la prefettura si è occupata di ben undici casi di usura bancaria.

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