Cronaca

Accusato di violenza sessuale: arrestato padovano, era nella lista dei latitanti più pericolosi

Era ricercato dal 2010, arrestato a Parigi un italiano inserito nella lista dei latitanti più pericolosi. L’uomo, della provincia di Padova, era stato condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni nei confronti di una sua dipendente. Nel 2010 il soggetto, un piccolo imprenditore, era stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile di Padova, con l’accusa di aver violentato una sua ex dipendente di 22 anni. 

Quel giorno la donna aveva chiamato il 113 per denunciare di aver subito una violenza sessuale ad opera dell’uomo che, con l’inganno di ritirare querele che i due avevano sporto l’uno contro l’altro, l’aveva invitata a casa. 

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Padova avevano permesso di trovare riscontri al racconto della donna e alla fine  era stato condannato dal Tribunale di Padova alla pena di 6 anni di reclusione, pena che l’uomo non ha ancora scontato essendo evaso dagli arresti domiciliari dove era stato posto in attesa di giudizio.

La mirata ed approfondita attività investigativa, condotta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile di Padova e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia  ha consentito di rintracciare il ricercato a Taiwan.

Le indagini avevano permesso di constatare che il pericoloso latitante si era prima rifugiato in Bishkek, capitale del Kirghizistan, per poi trasferirsi, nel marzo 2013, prima della scadenza del suo passaporto italiano, a Taiwan. 

Ulteriori informazioni acquisite dalla complessa analisi delle informazioni in possesso degli investigatori italiani aveva inoltre permesso di ipotizzare che il ricercato gestisse nella città di Taoyuan un’attività commerciale dedita all’organizzazione di eventi musicali e al noleggio di attrezzatura professionale per concerti o party privati.

Il team investigativo, oltre ai due profili facebook, aveva, infatti, individuato e verificato l’utilizzo da parte del ricercato  delle piattaforme WhatsApp e Line, utilizzate per pubblicizzare la sua attività commerciale.

A seguito dei contatti intercorsi con la polizia italiana, le autorità di Taiwan, lo hanno rintracciato. E’ emerso che anche in quel paese era stato sottoposto ad un procedimento penale per reati ivi commessi e non potendolo estradare, lo hanno espulso,  imbarcandolo su un volo diretto a Parigi (i voli aerei tra Italia e Cina sono sospesi per Covid 19) dove è arrivato il 25 aprile.

Nell’ambito del progetto denominato WANTED 3, promosso dal Servizio Centrale Operativo e finalizzato alla cattura dei latitanti ritenuti maggiormente meritevoli di interesse investigativo, all’esito di una complessa attività di indagine effettuata con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, le autorità dell’aeroporto “Charles de Gaulle” di Parigi, hanno eseguito il “Mandato di Arresto Europeo” (MAE) finalizzato all’estradizione del latitante.

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Redazione