Cronaca

‘Ndrangheta in Veneto: coinvolto imprenditore edile

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Padova hanno notificato 54 avvisi di conclusione nell’ambito di un indagine della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di altrettante persone. Lo scorso marzo erano state arrestate 27 persone ed eseguiti provvedimenti cautelari patrimoniali per oltre 18 milioni di euro. Le persone coinvolte fanno parte di un organizzazione appartenente all’andrangheta responsabile di gravi reati, tra cui l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, violenza, riciclaggio, nonché emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 30 milioni di euro. Le notifiche sono avvenute in numerose città italiane, tra le quali, in Veneto: Padova, Venezia, Vicenza,Belluno e Treviso.

Le successive indagini realizzate anche con la collaborazione dellla Guardia di Finanza hanno permesso di confermare le ipotesi e appurare anche un quadro peggiore, con un’ulteriore ipotesi di associazione finalizzata alla commissione di reati fiscali e riciclaggio, aggravata dalla finalità di favorire il sodalizio di stampo ‘ndranghetista.


Tra i nuovi elementi investigativi raccolti, va segnalato l’accertamento, reso possibile dalla fondamentale collaborazione fornita da alcune vittime di minacce e violenze, di altri casi di estorsione commessi ai danni di imprenditori delle province di Padova e Venezia, puntualmente documentate e relazionate all’Autorità Giudiziaria.

In particolare, è emersa la figura di un  calabrese, di 54 anni, già agli arresti domiciliari, per il quale era stata disposta, il 16 ottobre u.s., nell’ambito dell’operazione “Avvoltoio”, la custodia cautelare in carcere. Nei confronti di quest’ultimo, autore di 13 ulteriori episodi di estorsione nei confronti di altrettanti imprenditori veneti, è stata contestata anche l’associazione di tipo mafioso.  Tra gli inquisiti per il grave reato associativo figura anche un imprenditore edile della provincia di Padova, coinvolto direttamente in alcuni episodi estorsivi finalizzati a penetrare il tessuto socio-economico locale, in particolare per assumere il controllo di aziende in difficoltà.


Sul piano fiscale, va rimarcato che, nei mesi scorsi, uno degli imprenditori veneti coinvolto nell’indagine per aver agevolato il riciclaggio di denaro di illecita provenienza attraverso false fatturazioni ha sanato il proprio debito tributario, così come emerso nel corso delle indagini e cristallizzato nei verbali di costatazione della Guardia di Finanza di Mirano, versando nelle casse dell’Erario circa 5,5 milioni di euro. Tale cifra va ad aggiungersi all’ulteriore somma di oltre 1,6 milioni di euro, già sottoposta a sequestro a titolo di prezzo/profitto del reato di riciclaggio, nei confronti del medesimo soggetto.


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Redazione