Cronaca

Migranti: Zaia, pakistani al freddo fuori questura Treviso

La vicenda di alcuni pakistani richiedenti asilo, che sono accampati da quattro giorni fuori dalla Questura di Treviso, con le temperature gelide della notte, “è la dimostrazione che per questo Governo esistono migranti di serie A e migranti di serie B”. Lo afferma il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commentando quanto sta accadendo da inizio settimana. “Qui oramai arriva di tutto, non sappiamo chi sono, nessuno è in grado di dire se hanno o no diritto a rimanere – aggiunge – e oggi assistiamo anche a una discriminazione tra immigrato e immigrato. Chi arriva col barcone lo è e questi pakistani no

La vicenda di alcuni pakistani richiedenti asilo, che sono accampati da quattro giorni fuori dalla Questura di Treviso, con le temperature gelide della notte, “è la dimostrazione che per questo Governo esistono migranti di serie A e migranti di serie B”. Lo afferma il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commentando quanto sta accadendo da inizio settimana. “Qui oramai arriva di tutto, non sappiamo chi sono, nessuno è in grado di dire se hanno o no diritto a rimanere – aggiunge – e oggi assistiamo anche a una discriminazione tra immigrato e immigrato. Chi arriva col barcone lo è e questi pakistani no, al punto di non essere degni dell’attenzione di uno dei tanti ‘ingranaggi’ di questa accoglienza ipocrita e confusa?”. Alcuni di loro sono stati persino ricoverati in ospedale, spiega Zaia, “e uno è arrivato a dire che sarebbe stato meglio morire in Pakistan, almeno la famiglia gli avrebbe dato una sepoltura degna. Mentre per i migranti di serie A aprono le porte persino hotel a quattro stelle – attacca – per questi pakistani non sembra al momento esserci posto da nessuna parte: sono migranti di serie B rispetto a coloro che già godono del programma di ospitalità attivato dalla Prefettura”. “Questa vicenda – conclude il governatore veneto – dimostra l’inconsistenza, l’improvvisazione, il dilettantismo nella gestione del fenomeno migratorio da parte del Governo, che da un lato accoglie tutti indiscriminatamente, dall’altro impiega mesi a identificare un migrante e a riconoscergli uno status giuridico, in modo da rimandare a casa chi non ha diritto a restare e dare invece accoglienza a chi fugge da guerre e persecuzioni. Nessuno di noi rifiuta quest’ultima forma di ospitalità, rifiutiamo però scene come quella che vediamo a Treviso,una vergogna in un Paese normalmente civile”

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Redazione