Cronaca

PADOVA RAPINATORE SERIALE: DNA SU UN SASSO

Scritto da Redazione

Il giorno dopo le indagini ricominciano da un sasso. Anzi dal sasso, da quello utilizzato dal rapinatore per il colpo, di via Tirana nel quartiere Palestro. Non ci sono infatti testimoni e secondo indiscrezioni della stampa locale non ci sarebbero nemmeno fotogrammi ad aiutare gli inquirenti sul caso del rapinatore seriale. 5 colpi in meno di un mese e nemmeno una ripresa sgranata che inchiodi il colpevole o i colpevoli, perché ancora non è chiaro se ad agire sia stata un’unica persona o se i colpi siano attribuibili a più mani. I racconti delle vittime si somigliano su molti particolari e la pista del rapinatore seriale sembra essere la più plausibile

Il giorno dopo le indagini ricominciano da un sasso. Anzi dal sasso, da quello utilizzato dal rapinatore per il colpo, di via Tirana nel quartiere Palestro. Non ci sono infatti testimoni e secondo indiscrezioni della stampa locale non ci sarebbero nemmeno fotogrammi ad aiutare gli inquirenti sul caso del rapinatore seriale. 5 colpi in meno di un mese e nemmeno una ripresa sgranata che inchiodi il colpevole o i colpevoli, perché ancora non è chiaro se ad agire sia stata un’unica persona o se i colpi siano attribuibili a più mani. I racconti delle vittime si somigliano su molti particolari e la pista del rapinatore seriale sembra essere la più plausibile, anche se al momento gli investigatori non escludono alcuna ipotesi.
Sta mane il pubblico ministero Roberto D’Angelo titolare dell’indagine conferirà all’Istituto di Medicina Legale di Padova, l’incarico di svolgere una consulenza sul dna presente sul sasso con cui venerdì pomeriggio in via Tirana era stata colpita alla testa la quarta vittima del rapinatore. La speranza è che il dna isolato, una volta inserito nel database delle forze dell’ordine possa ricondurre a una delle migliaia di persone schedate, arrivando così all’identità del rapinatore, che bisognerebbe poi rintracciare.
Intanto i centralini di Polizia e Carabinieri sono subissati di telefonate da parte di cittadini che piuttosto che rimanere in silenzio di fronte a tanta violenza e sentendosi minacciati dall’ondata di degrado decidono di partecipare attivamente alle indagini segnalando qualsiasi sospetto o la presenza di persone poco raccomandabili nei paraggi.

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