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VAJONT: I 50 ANNI DEL DISASTRO ANNUNCIATO

Sono passati 50 anni da quel tragico 9 ottobre del 1963, in cui 4 minuti e un ondata di fango, spazzarono via le vite di 1910 persone. Bambini, adulti, anziani, travolti da 50 milioni di metri cubi di acqua e fango. Cittadini di 4 paesi colti nel sonno mentre riposavano nelle loro case ignari dell’’inferno che di li a poco li avrebbe travolti. La frana del bacino del Vajont compie 50 anni e oggi è il giorno del ricordo.

Sono passati 50 anni da quel tragico 9 ottobre del 1963, in cui 4 minuti e un ondata di fango, spazzarono via le vite di 1910 persone. Bambini, adulti, anziani, travolti da 50 milioni di metri cubi di acqua e fango. Cittadini di 4 paesi colti nel sonno mentre riposavano nelle loro case ignari dell’’inferno che di li a poco li avrebbe travolti. La frana del bacino del Vajont compie 50 anni e oggi è il giorno del ricordo.
“Ci sono momenti nella storia del nostro Paese – ha dichiarato la seconda carica dello Piero Grasso in visita a Ponte nelle Alpi – in cui raccontare, se necessario urlare la verità, è un dovere inderogabile. Le istituzioni, la politica, i cittadini hanno il dovere della memoria”.

Una visita nel cimitero di Fortogna, poi la cerimonia al Palasport sono gli atti dovuti alle vittime e a chi è sopravvissuto al disastro rimanendo per sempre mutilato di fronte ad una tragedia annunciata. Ma quest’anno qualcosa è cambiato perché “lo Stato ha finalmente chiesto perdono, seppure con mezzo secolo di ritardo”. Le parole produciate da Presidente del Senato pesano nel silenzio che si respira fra le vette bellunesi.
Il Vajont una strage che si poteva evitare, fatta di vite umane sacrificate sull’altare degli affari e le scuse che arrivano dopo 50anni. In questa vicenda più che mai la parola giustizia coincide con il riconoscimento della verità, con l’imputazione delle responsabilità, e con il risarcimento materiale e morale.
E un’altra tragedia si è legata oggi a quella della comunità di Longarone per volere del primo cittadino della comunità bellunese che durante le celebrazioni ha voluto dedicare un minuto di silenzio alle vittime del naufragio dei migranti: “La tragedia di Lampedusa – ha detto il sindaco – alla quale ci sentiamo intimamente vicini, ci evidenzia che la lezione del Vajont ha insegnato poco o nulla”.

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Redazione