Un pomeriggio spensierato trascorso sull’argine in compagna della prima cotta adolescenziale. Poi l’ora di rientrare e i due ragazzini lei appena 14 enne e lui di due anni più grande si salutano prendendo strade diverse. Sono circa le 17 quando la ragazzina che cammina lungo il tratto vicentino del Brenta si accorge di essere seguita da un uomo sui 40 anni, a torso nudo e con uno zaino sulle spalle. Ha paura, ma spera di non dimostrarlo continuando a camminare. L’uomo però la raggiunge, l’afferra da dietro e la trascina in un boschetto di acacie .
L’uomo la immobilizza, impedendole di chiedere aiuto e la costringe a subire atti di libidine, minacciandola di legarla ad un albero se non avesse smesso di gridare.
Dopo un tempo interminabile per la piccola se ne va lasciandola sola fra le lacrime e il terrore.
È così che l’ha trovata il padre poco lontano da casa. I familiari insospettiti dal ritardo della ragazzina infatti erano andati a cercarla. Ed è il padre a raccontare la storia al Gazzettino di Vicenza sfogando il proprio dolore per quanto successo alla sua piccola, ma anche la rabbia per l’autore di un gesto tanto ignobile.
Mentre i genitori portavano la 14all’ospedale sul posto intervenivano i carabinieri.
La ragazzina è stata dimessa solo a notte fonda. Sul corpo i segni della sua resistenza al bruto, nell’anima ferite ben più profonde da guarire.
