L’allarme a Campodarsego scatta intorno alle 12.30 di ieri mattina. Quando una famiglia si accorge che la nonna è sparita nel nulla. Sul retro della casa un varco nella recinzione fa capire che la donna 73anni, malata di Alzheimer e con altre patologie che la costringono a prendere medicinali ogni otto ore, si è allontanata. Una malattia la sua che purtroppo le provoca stati di lucida incoscienza, per lei anche un piccolo spazio nasconde innumerevoli insidie e una passeggiata in solitudine può diventare pericolosa.
La famiglia preoccupata allerta i Carabinieri. I militari di Campodersego dopo una breve ricerca dall’esito negativo decidono di coinvolgere le stazioni dell’arma dei paesi limitrofi. In campo scende anche la protezione civile. Ma il tam tam in paese non si arresta e la cittadinanza si stringe intorno alla famiglia partecipando attivamente alle ricerche.
È solo intorno alle 20 che un gruppo di ricerca, di cui fa parte un familiare della 73enne, scorge una macchia grigia nell’acqua di un fosso. La donna è immersa fino alla cinta in circa un metro d’acqua, incapace di chiedere aiuto a causa di quella malattia che l’ha riportata quasi all’infanzia. I soccorritori creano una catena umana e riescono a trarla a riva, ma le insidie non sono ancora finite. La barella dell’ambulanza non può attraversare il campo incolto e così la donna viene presa in braccio e accompagnata fino al mezzo di soccorso.
A fare la differenza in questa vicenda è stata l’umanità di un paese che ha condiviso l’angoscia di una famiglia caricandosene un pezzetto sulle proprie spalle.
NEL SERVIZIO DEL TG L’INTERVISTA AL SINDACO MIRKO PATRON
