Cronaca

GUARDIA DI FINANZA: RESTITUITO DIPINTO TRAFUGATO PRESSO L’ISTITUTO NAUTICO “VENIER CINI”. DUE DENUNCIATI.

Scritto da Redazione

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia hanno restituito oggi all’Istituto Professionale Nautico “Venier Cini” l’“Isola di San Giorgio del 1951”, pittura ad olio su tela a firma dell’artista Guido Cadorin. L’indagine scaturisce dai contatti e scambi informativi instaurati nel tempo dalle Fiamme Gialle veneziane con associazioni, fondazioni, archivi ed artisti impegnati nella produzione e tutela del mondo dell’arte.

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia hanno restituito oggi all’Istituto Professionale Nautico “Venier Cini” l’“Isola di San Giorgio del 1951”, pittura ad olio su tela a firma dell’artista Guido Cadorin. L’indagine scaturisce dai contatti e scambi informativi instaurati nel tempo dalle Fiamme Gialle veneziane con associazioni, fondazioni, archivi ed artisti impegnati nella produzione e tutela del mondo dell’arte.

Il quadro, raffigurante alcuni giovani marinai in Riva degli Schiavoni davanti al bacino di San Marco e sullo sfondo l’isola di San Giorgio, fu esposto nel 1952 alla Biennale di Venezia e poi acquistato dal Conte Vittorio Cini. Quest’ultimo lo donò all’omonimo convitto, da lui creato per ospitare gli orfani del mare che frequentavano l’Istituto Professionale Nautico, ove rimase seguendo gli spostamenti del convitto, finché non se ne persero le tracce. Non essendo mai stato catalogato, nessuno si era accorto della sua sparizione fino all’intervento dei finanzieri.

Le Fiamme Gialle hanno ricostruito i numerosi passaggi di proprietà del dipinto fino ad arrivare all’ultimo acquirente che, ignaro della provenienza illegale dell’opera, era già pronto a rivenderla attraverso gallerie d’arte, con una stima potenziale del valore dell’opera di circa trentamila euro.

I finanzieri hanno sequestrato il dipinto e identificato tutti i soggetti che nel tempo avevano trattato l’opera (è infatti prassi comune per i ladri d’arte far fare numerosi e talvolta fittizi passaggi di proprietà delle opere rubate, al fine di renderne impossibile il ritrovamento), appurando che il dipinto era stato per lungo tempo proposto sul mercato antiquario padovano, ma tutti i commercianti avevano rifiutato l’acquisto, proprio per mancanza di rassicurazioni sulla sua lecita provenienza.

Le indagini hanno permesso /di individuare l’artefice del furto in un bidello dello stesso istituto Venier Cini, che l’aveva occultato durante uno dei trasferimenti di sede dell’Istituto e in seguito, insieme ad un socio che si era occupato della ricettazione, l’aveva piazzato nel mercato non ufficiale. Entrambi, assidui frequentatori dei mercatini di antiquariato del Veneto, sono stati denunciati a piede libero per i reati di furto aggravato e ricettazione di un bene appartenente allo Stato.

L'autore

Redazione