Salute e Benessere

SANITA’: ERRORI CHIRURGICI NELLA TOP TEN DEI RISARCIMENTI

Il 30% di chi chiede un risarcimento alla sanità pubblica lo fa perché ritiene di essere vittima di un errore chirurgico. Seguono poi , con il 16% delle cause, gli errori diagnostici.
E’ quanto emerge dal report Medmal Claims di Marsh, presentato a Milano, che ha esaminato dal 2004 al 2011 95 strutture sanitarie pubbliche.

Il 30% di chi chiede un risarcimento alla sanità pubblica lo fa perché ritiene di essere vittima di un errore chirurgico. Seguono poi , con il 16% delle cause, gli errori diagnostici.
E’ quanto emerge dal report Medmal Claims di Marsh, presentato a Milano, che ha esaminato dal 2004 al 2011 95 strutture sanitarie pubbliche.
Un fenomeno che comporta ogni anno alla sanità nazionale una spesa di 3.410 euro cifra con cui viene assicurato ogni posto letto. E non va meglio nel settore medico privato: anche qui gli errori chirurgici sono al primo posto seguiti da quelli terapeutici.
Ma come vanno a finire queste richieste di risarcimento inoltrate dai pazienti? Secondo lo studio, che oltre agli ospedali pubblici ha coinvolto anche 52 strutture private accreditate e non, in tutte le strutture analizzate, circa un terzo delle richieste per danni risulta chiuso entro due anni, mentre il 22% rimane senza seguito.
Stando ai dati raccolti negli ospedali italiani 10,43 sono i sinistri che si verificano ogni cento posti letto, 2,78 ogni mille ricoveri. Ad essere più interessati sono
Ortopedia, pronto soccorso, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia e medicina generale.
Le richieste di risarcimento poi cambiano in base alla longitudine: le maggiori si registrano al nord (66,34%). Seguono sud (21,15%) e centro (12,51%).

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Redazione