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PROVINCIA: 2 IN (S) CONTRI PER IL FUTURO

Scritto da Redazione

A metà fra una guerra fra campanili e un’opportunità di crescita il destino dell’ormai ex provincia di Padova sta mattina è stato discusso non attorno ad uno, bensì a due tavoli. Il primo è stato quello di Palazzo Santo Stefano, poi bis a Palazzo Moroni. Presenti in entrambe le occasioni la quasi totalità dei sindaci. Ore 10 le porte del palazzo di quella che ormai è una istituzione con le ore contate si aprono per far entrare tutti i sindaci del territorio. Ad accoglierli la padrona di casa Barbara Degani, ospiti d’onore il costituzionalista Mario Bertolissi

A metà fra una guerra fra campanili e un’opportunità di crescita il destino dell’ormai ex provincia di Padova sta mattina è stato discusso non attorno ad uno, bensì a due tavoli. Il primo è stato quello di Palazzo Santo Stefano, poi bis a Palazzo Moroni. Presenti in entrambe le occasioni la quasi totalità dei sindaci.  Ore 10 le porte del palazzo di quella che ormai è una istituzione con le ore contate si aprono per far entrare tutti i sindaci del territorio. Ad accoglierli la padrona di casa Barbara Degani, ospiti d’onore il costituzionalista Mario Bertolissi e l’ esperta in diritto amministrativo e civile Francesca Mazzonetto. Per la Degani si è trattato di offrire ai sindaci un punto di vista tecnico e quindi oggettivo di cosa sta avvenendo con questa riforma. La Presidente ha le idee chiare e spiega che “Il percorso istituzionale valido e stabilito dalla legge resta quindi quello di Padova e Treviso”.
Sono le 13 quando è sala Palladin a vedere l’ingresso dei primi cittadini padovani. 38 i comuni rappresentati. A volere l’incontro l’amministrazione comunale padovana che agli altri comuni chiede di compattarsi per scivolare nell’area metropolitana.
Padova e Venezia dunque. Idea in netto contrasto con quanto voluto dall’amministrazione provinciale che “tifa” per Padova- Treviso
I sindaci risultano spaccati c’è chi ritiene una provincia metropolitana rappresenti un vero toccasana per il proprio territorio come il sindaco di Abano Terme che vede in Venezia il rilancio del comparto termale grazie al grande afflusso turistico della città lagunare.
Ma c’è anche chi ritiene che la fusione con Treviso sia meglio di un salto nel buio di una metropoli estesa di cui ancora non si conoscono i confini statutari.Insomma una vera e propria gatta da pelare anche perché non è facile decidere di cambiare un’architettura napoleonica che dura da oltre due secoli.Ora i sindaci hanno 15 giorni di tempo per parlarne all’interno dei vari consigli comunali poi introno al 20 novembre si ritroveranno per mettere a fuoco i dubbi e prendere una decisione.

(nel corso del Tg interviste ai protagonisti)

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