Cronaca

Verona: confiscati beni famiglia usurai

Scritto da Redazione

I finanzieri del Comando Provinciale di Verona, hanno confiscato ad un’intera famiglia residente nella provincia scaligera, beni del valore di oltre un milione di euro, in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Verona. Sono stati confiscati dalle fiamme, un capannone artigianale di 4000 metri quadri, con annesso appartamento di 100 metri, un altro appartamento di 90 metri quadri, ma anche conti correnti, titoli, denaro contante e quote societarie, patrimonio riconducibile secondo gli investigatori, all’attività di usura della banda

I finanzieri del Comando Provinciale di Verona, hanno confiscato ad un’intera famiglia residente nella provincia scaligera, beni del valore di oltre un milione di euro, in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Verona. Sono stati confiscati dalle fiamme, un capannone artigianale di 4000 metri quadri, con annesso appartamento di 100 metri, un altro appartamento di 90 metri quadri, ma anche conti correnti, titoli, denaro contante e quote societarie, patrimonio riconducibile secondo gli investigatori, all’attività di usura della banda, composta da diversi membri di una stessa famiglia, capeggiata da Luigino Gatti, veronese, 82 anni, molto noto nell’ambiente dei prestiti di denaro. La confisca è permanente e porterà all’acquisizione del patrimonio dello stato di tutti questi beni,
Luigino Gatti, ogni mese incassava una pensione di 700 euro, ma i riscontri hanno accertato che versava somme molto più ingenti, derivanti dallo strozzinaggio, un’attività che l’82enne Gatti avrebbe avviato fin dal 1958, coinvolgendo nel tempo la moglie ed il figlio.
Tutta l’indagine era partita dal riscontro di alcuni elementi anomali che presentavano diverse operazioni finanziarie nelle quali erano coinvolti sia Gatti che altri componenti della sua famiglia. Nonostante dichiarasse redditi derivanti, in buona parte, dalla pensione minima, Gatti aveva effettuato movimentazioni di denaro che oscillavano dai duecentocinquanta ai settecento mila euro. I tassi di interesse, in molti episodi di usura, avevano raggiunto il 1586%, e a questo punto, l’attività dei finanzieri, è proseguita per ricostruire la situazione patrimoniale degli indagati.

 

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