Cronaca

Bara nel fiume: giallo nel giallo

Scritto da Redazione

È stata scoperta ieri sera poco dopo le 21.30 ma gli inquirenti non escludono che potesse trovarsi lì già da alcuni giorni, se non addirittura da settimane. La bara di Angelo Moressa era nascosta dal fogliame che la mimetizzava in mezzo alle sterpaglie dell’argine Bacchiglione in località Brenta d’Abbà.
La cassa era adagiata nel piano del letto del fiume a riparo dall’acqua e da sguardi indiscreti.

È stata scoperta ieri sera poco dopo le 21.30 ma gli inquirenti non escludono che potesse trovarsi lì già da alcuni giorni, se non addirittura da settimane. La bara di Angelo Moressa era nascosta dal fogliame che la mimetizzava in mezzo alle sterpaglie dell’argine Bacchiglione in località Brenta d’Abbà.
La cassa era adagiata nel piano del letto del fiume a riparo dall’acqua e da sguardi indiscreti.
A fare la macabra scoperta alcuni pescatori della zona che insospettiti hanno spostato il fogliame portando alla luce la targhetta con la data di nascita e il nome del defunto.
Gli accertamenti dei Carabinieri hanno permesso di stabilire che il feretro era stato trafugato dal vicino cimitero di Cambroso. Qualcuno, aiutato dal fatto che il cimitero di notte non viene chiuso, la mancanza di fondi impedisce l’assunzione di un custode, ha staccato la lapide di marmo dalla tomba, rimuovendo il sigillo di cemento e una volta compiuta la trafugazione ha rimesso tutto a posto. Impossibile dunque dall’esterno accorgersi di quanto accaduto. Almeno fino a ieri sera.
Un giallo nel giallo quello che in queste ore si sta consumando nel piovese. Era il 9 ottobre 2005 quando il corpo di Moressa, immobiliarista, venne ritrovato privo di vita nel suo ufficio di Piove di Sacco, ucciso da 13 coltellate. L’arma del delitto così come il colpevole non vennero mai trovati.
A gennaio la lapide della tomba di Moressa era già stata sfregiata con un colpo che aveva mandato in frantumi la pietra.
Ora il secondo e ben più grave episodio che avviene a due giorni dall’udienza per proscioglimento degli unici due indagati per il reato di omicidio volontario, per i quali però in questi anni non è mai emersa alcuna prova di colpevolezza.
Un’archiviaizone a cui la famiglia Moressa si oppone e che verrà discussa durante l’udienza del prossimo 20 luglio.
Le indagini dei Carabinieri sono tese a capire chi possa aver avuto interesse nel compiere un simile gesto, al momento non è esclusa alcuna pista e si cerca anche nei vecchi fascicoli del caso. Per il reato di sottrazione di cadavere questa mattina all’alba gli uomini dell’arma avrebbero effettuato anche una perquisizione.

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