Politica

Cgia Mestre: a fine anno pressione fiscale al 54,5%

Scritto da Redazione

Allarme della Cgia di Mestre. Secondo i calcoli degli artigiani veneti la pressione fiscale in Italia salirà al 54,5% nel prossimo autunno al contrario di quanto rilevato dalla Corte dei Conti che invece aveva stimato il 45 %. Lo ha spiegato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi secondo cui la pressione fiscale reale deve tener conto dell’ulteriore ritocco di altri due punti dell’iva previsto alla fine dell’estate. Ritocco che farebbe appunto arrivare al 54,5% e non al 45% della Corte dei Conti. Inoltre si sa che il Pil include anche l’economia sommersa prodotta dalle attività irregolari che non pagano né tasse né contributi e che secondo le stime dell’Istat si aggirerebbero oltre i 250 miliardi di euro l’anno. Dunque si capisce, spiega il segretario Cgia che , la pressione fiscale ‘reale’ è molto superiore a quella ufficiale che viene calcolata dall’Istat. E se nel 2011 pesava sui contribuenti fino al 52% dopo le manovre estive di Berlusconi e gli interventi del governo Monti si impennerà al 54,%, gravando non poco sulle tasche degli italiani.

Allarme della Cgia di Mestre. Secondo i calcoli degli artigiani veneti la pressione fiscale in Italia salirà al 54,5% nel prossimo autunno  al contrario di quanto rilevato dalla Corte dei Conti  che invece aveva stimato il 45 %. Lo ha spiegato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi secondo cui la pressione fiscale reale deve tener conto dell’ulteriore ritocco di altri due punti dell’iva previsto alla fine dell’estate. Ritocco che farebbe appunto arrivare al 54,5% e non al 45% della Corte dei Conti. Inoltre si sa che il Pil include anche l’economia sommersa prodotta dalle attività irregolari che non pagano né tasse né contributi e che secondo le stime dell’Istat si aggirerebbero oltre i 250 miliardi di euro l’anno. Dunque si capisce, spiega il segretario Cgia che , la pressione fiscale ‘reale’ è molto superiore a quella ufficiale che viene calcolata dall’Istat. E se nel 2011 pesava sui contribuenti fino al 52% dopo le manovre estive di Berlusconi e gli interventi del governo Monti si impennerà al 54,%, gravando non poco sulle tasche degli italiani.

 

 

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