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Giunta Veneta: consiglio regionale infuocato

Scritto da Redazione

Un consiglio regionale a dir poco infuocato quello che si è tenuto ieri a proposito della votazione dello Statuto e dell’incontro a Roma tra il presidente della Giunta Zaia e il capo del governo Monti. A parlare per primo l’assessore Roberto Ciambetti, portavoce del presidente Zaia ancora nella capitale. L’assessore ha sottolineato la decisione di impugnare davanti ai giudici della Corte Costituzionale l’articolo 30 dello Statuto sull’autonomia finanziaria e la legge elettorale.

Un consiglio regionale a dir poco infuocato quello che si è tenuto ieri a proposito della votazione dello Statuto e dell’incontro a Roma tra il presidente della Giunta Zaia e il capo del governo Monti. A parlare per primo l’assessore Roberto Ciambetti, portavoce del presidente Zaia ancora nella capitale. L’assessore ha sottolineato la decisione di impugnare davanti ai giudici della Corte Costituzionale l’articolo 30 dello Statuto sull’autonomia finanziaria e la legge elettorale. Ha parlato di un buon risultato raggiunto a Roma grazie ad una “manovra diplomatica” e ad un “gioco di squadra” che “ha premiato l’intero Consiglio” che si vede così riconoscere, da parte del governo, la legittimità di quanto scritto nell’articolo relativo all’autonomia finanziaria della Regione. Ed è subito dopo queste affermazioni che il consiglio ha preso una piega del tutto diversa da quello che ci si aspettava. Gennaro Marotta di Italia dei Valori non ha perso tempo ed ha immediatamente contestato il comportamento di Zaia. Ha parlato di svilimento della funzione del Consiglio regionale. Non è stato corretto che il presidente del Veneto Zaia parlasse dello Statuto della Regione con il capo del governo alla presenza del segretario politico del Carroccio, Umberto Bossi, né che abbia lasciato all’oscuro il Consiglio, peraltro riunito in assemblea da tre giorni, sullo sviluppo del dialogo con Roma, sulla delibera portata fuori sacco e sull’esito finale dell’incontro con Monti”. Marotta poi insieme a Mariangelo Foggiato di Unione Nordest ha definito “illegittima” la decisione della Giunta di impegnare il Consiglio a modificare una legge, peraltro approvata all’unanimità dall’intera assemblea. Toni durissimi contro il presidente Zaia si sono poi susseguiti a partire da Pietrangelo Pettenò della Sinistra veneta, Stefano Valdegamberi, capogruppo Udc, Diego Bottacin, di Verso Nord, Laura Puppato, capogruppo del Pd, Piergiorgio Cortelazzo, vicecapogruppo del Pdl. A prendere le difese dell’operato del presidente Zaia sono stati invece il capogruppo della Lega e il presidente della commissione Statuto, Federico Caner e Carlo Alberto Tesserin, secondo i quali la Giunta avrebbe offerto “un’ottima via di uscita al governo Monti che si era reso conto di aver commesso un passo falso di fronte al prevedibile esito dell’esame di costituzionalità dei giudici della Consulta”.

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